Il Trigona e il suo futuro: "non si spogli Noto di una istituzione preziosa come l'ospedale"
Dopo il piano regionale sulla sanità varato dall’assessore alla sanità, Lucia Borsellino, e la riunione che si è tenuta nella sala del consiglio comunale di Avola per quanto riguarda gli ospedali riuniti Avola-Noto con i sindaci Cannata, Bonfanti e il direttore generale dell’Asp, Brugaletta, non sono mancate le reazioni dalla cittadina barocca.
La distribuzione di reparti e posti letto (126 ad Avola e 46 a Noto a cui si aggiungerebbero quelli delle cliniche private), non ha soddisfatto il consigliere di Noto Nostra, Salvatore Veneziano che parla di smantellamento: “La città di Noto, che viene spogliata di una istituzione storica, ma soprattutto la qualità ed il comfort del servizio agli utenti. Il trasferimento di pediatria ad Avola garantirà il comfort che è oggi garantito a Noto? Il trasferimento di ortopedia garantirà la qualità del servizio reso oggi a Noto? Purtroppo no perché la struttura del presidio di Avola non consentirà questi standard. Andranno in fumo i milioni di euro investiti a Noto in questi anni, quindi dove sta il risparmio? Dov’è la migliore qualità del servizio? Il campanilismo non c’entra niente. Quello che si sta ponendo in essere è lo smantellamento della sanità pubblica nella zona sud della provincia”.
Dubbi sono stati avanzati anche da Cosentino, Salemi e Triberio del Comitato Pro Trigona di Noto. “Gli impegni presi dalla politica nei confronti del presidio ospedaliero di Noto sono chiari: non si sposta niente se prima non si saprà con certezza quali e quante cliniche convenzionate dovranno essere allocate a Noto. Cliniche che dovranno anche trattare l’acuzie e dunque avranno bisogno del pronto soccorso. Fino a quel giorno il Trigona continuerà a funzionare bene come sta oggi funzionando, con più di 500 parti l’anno in Ostetricia e Ginecologia che potrebbero non essere più raggiunti al Di Maria di Avola per la fuga degli utenti di Pachino, Portopalo e Rosolini verso il più vicino Maggiore di Modica e con più di 1.000 interventi di Ortopedia e Traumatologia. Per non parlare degli accessi al pronto soccorso che sono circa 22.000. Probabilmente passeranno alcuni anni alla fine dei quali sarà valutata la funzionalità della struttura di Noto e quindi il suo destino finale”.
Corrado Parisi