Noto. Il vescovo Staglianò a "Domenica In", intervistato da Paola Perego
Ha parlato della sua ormai celebre abitudine di parlare di Dio ai fedeli, soprattutto ai giovani, usando le parole di canzoni attuali, dei più popolari artisti : da Nek, a Marco Mengoni e Noemi (che gli ha inviato un videomessaggio).Ma ha anche voluto fare da cicerone, alla scoperta della Cattedrale di Noto. Il vescovo di Noto, Antonio Staglianò è stato ospite, oggi pomeriggio, di Paola Perego durante la puntata di “Domenica In” trasmessa in diretta su Rai 1. Monsignor Staglianò ha parlato di bellezza: quella dell’arte, quella degli occhi, la bellezza intesa come la intendevano i greci. “Non c’è bellezza senza bontà- ha fatto presente il vescovo di Noto, dopo avere svelato che, per le sue omelie, per la scelta delle canzoni da cui prendere spunto, consulta i giovani, da cui si fa segnalare pezzi particolarmente emozionanti. “L’amore è l’unico grembo che genera bellezza”. Anche passaggi intimi quelli raccontati da Monsignor Staglianò, a partire dal racconto della redente perdita del padre. “Mi ha educato alla disciplina- ha detto- e al senso del lavoro. Quando mi sono “convertito” allo studio, non avevo di certo bisogno di essere legato alla sedia-confessa ancora- Avevo il pensiero dell’amore di mio padre, che ha fatto tanti sacrifici per la nostra famiglia. Nell’ultimo anno ho pregato perché morisse, perché soffriva. Oggi mi manca, ma a volte il dolore ci salva la vita-ha continuato il vescovo di Noto- se ci da il senso dell’umanità. Da quando è morto mio fratello – ha ammesso, parlando con il cuore in mano- percepisco la morte degli altri come fosse la sua, conosco bene quel tipo di dolore. Il dolore è un dono”. La redazione di “Domenica In” ha anche voluto sentire i fedeli, tutti concordi nel riconoscere che il vescovo di Noto parla al cuore, in maniera tanto diretta e semplice quanto efficace. A lui, Paola Perego, ha affidato lo sfogo di una giovane, tormentata da un rapporto particolarmente difficile e doloroso con il padre. Monsignor Staglianò ha usato ancora una volta , per darle conforto, le parole di uno spezzone di una canzone di “Nek” (“Se un pianto ci fa nascere, un senso a tutto il male forse c’è. Io sono pronto a vivere, ti guardo e forse so perché. Fatti avanti, amore”). Poi un momento per parlare di felicità, della sua ricerca. “Si compie anche il male per arrivare alla felicità- ha detto il vescovo di Noto- La questione è trovare la via e capire cosa sia.E’ l’amore, come esperienza vera, in cui mi dono e sono disposto anche a morire per l’altro. Il momento massimo e sommo della felicità di Gesù è stato, non è un caso, donare la sua vita”.