Immigrazione, stato di emergenza per i comuni più esposti. A Palermo striscione di Casa Pound sui fatti di Portopalo
I Comuni siciliani che sostengono le spese di accoglienza dei migranti, in particolare dei minori non accompagnati, potranno contare sul sostegno della Regione. La giunta Crocetta ha deliberato ieri per loro lo stato di emergenza. Nel siracusano viene da pensare subito a Portopalo, Augusta e la stessa Siracusa. “La Sicilia – ha detto il governatore alle agenzie stampa – è disponibile ad accogliere i flussi migratori ma occorre una più equa ripartizione dei costi con lo Stato e l’Europa che dovrebbe attuare una politica piu’ solidale. Oggi – ha concluso – basta l’ordinanza di un giudice per costringere un comune di 500 abitanti a sobbarcarsi la cura di 200 minori. E cosi’ tanti comuni vanno in default”.
Una mano d’aiuto “tecnica” che non risolve d’un colpo tutti i problemi. Che la tensione resti alta, nel siracusano, è testimoniato da quanto accaduto negli ultimi giorni. Nel capoluogo, il Consiglio Comunale ha trattato un punto all’ordine del giorno circa la presenza, definita eccessiva, di migranti nel territorio urbano. Ad Augusta sono state raccolte firme per dire stop agli sbarchi. E a Portopalo si è sfiorato lo scontro fisico, con gli stranieri – quasi tutti minori – scesi in piazza per chiedere migliori condizioni di vita e pronti a bloccare il traffico e sfidare i residenti.
L’eco di quest’ultimo fatto è arrivato a Palermo, dove i militanti di Casa Pound hanno affisso uno striscione in via Regione Siciliana. “Portopalo lo ha dimostrato: la clandestinità è reato”, questa la scritta. “La rivolta degli immigrati di Portopalo dimostra che l’immigrazione massiva e incontrollata non è più sostenibile dal nostro paese”, afferma Francesco Vozza, responsabile palermitano di CasaPound Italia.