In provincia di Siracusa circolano 273.634 auto, solo l’1,4% ibrido o elettrico

 In provincia di Siracusa circolano 273.634 auto, solo l’1,4% ibrido o elettrico

Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di AutoScout24 su base dati ACI, in Sicilia, a livello provinciale, crescono sensibilmente le auto ibride ed elettriche ma rappresentano ancora una quota minoritaria: a Ragusa si registra il tasso percentuale più elevato (1,5%), mentre a Enna il più basso (0,7%). E Siracusa? La provincia aretusea è seconda in regione, con un parto di auto ibride ed elettriche che rappresenta l’1,4% del totale della auto circolanti (273.634).
Le vendite di auto ibride ed elettriche stanno crescendo sensibilmente, tanto da rappresentare nei primi due mesi dell’anno ben il 41,2% sul totale di auto nuove (al netto del noleggio). Inoltre, nel 2021 il parco auto circolante di auto ibride ed elettriche in Sicilia, rispetto al 2020, è più che raddoppiato (+125,8%), passando da 16.518 vetture a ben 37.296. Eppure, secondo l’analisi del Centro Studi di AutoScout24 su base dati ACI – Automobile Club d’Italia, il parco circolante nel 2021 nella regione resta comunque datato e obsoleto, nonostante si registrino piccoli miglioramenti.
Delle 3.418.030 auto in circolazione in Sicilia, le ibride ed elettriche rappresentano solo l’1,1% (nel 2020 era del 0,5%), con le elettriche che si fermano allo 0,1%. Ma non è una questione di alimentazione, dato che molti modelli benzina o diesel di nuova generazione hanno un impatto “ridotto” sull’ambiente e sui consumi. Infatti, dall’analisi di AutoScout24, alla bassa penetrazione delle auto “elettrificate” si aggiunge un parco circolante che vede 1.443.855 vetture (42,2% del totale) con una classe di emissioni Euro 3 o inferiore, con 454.427 addirittura Euro 0 (13,3%). Anche considerando l’età media, oltre un’auto su due (52,1%) ha 15 anni o più.
Per quanto riguarda le vetture “meno green” (Euro 3 o inferiore), al primo posto per tasso percentuale troviamo Catania (46,5%), che è anche la provincia in cui circola il maggior numero di auto inquinanti Euro 0. Seguono Enna (44,9%), Agrigento (43,4%), Messina (42,1%), Ragusa (41,5%), Trapani (41,3%), Caltanisetta (40,9%), Palermo (38,9%) e Siracusa (38,9%). Se si considerano solo le auto più inquinanti Euro 0, è sempre Catania la provincia sia con il valore percentuale più alto (16%) sia per numero di auto in circolazione (134.265).
Tornando alle auto ibride ed elettriche, pur registrando nel 2021 una crescita sensibile rispetto al 2020, in tutte le province le ibride ed elettriche hanno un livello di penetrazione ridotto. In particolare, a Ragusa, dove si registra comunque il tasso più alto tra le province, sono solo il 1,5% rispetto al totale delle auto in circolazione. Seguono Siracusa (1,4%), Palermo (1,3%), Messina (1,1%), Trapani (1%), Catania (1%), Caltanissetta (0,8%), Agrigento (0,8%) e, fanalino di coda, Enna (0,7%). E se si considerano solo le “elettriche”, non si va oltre lo 0,1%. Le province che hanno visto la crescita maggiore di auto ibride ed elettriche rispetto al 2020 sono Caltanisetta ed Enna, aumentate rispettivamente del +189,5% e +181,3%.

“L’analisi di AutoScout24 ha confermato come il parco circolante italiano sia sempre datato, quindi poco sicuro e inquinante –afferma Sergio Lanfranchi, Centro Studi di AutoScout24– Ci sono stati piccoli passi in avanti, soprattutto sul fronte delle ibride ed elettriche, ma con questo trend ci vorranno anni per avere un rinnovo importante e significativo. Per questo, oltre alla spinta del mercato del nuovo, dove gli incentivi giocano un ruolo importante, il cambiamento può essere sostenuto anche dall’offerta di auto usate di nuova generazione presente sul web, e in particolare sui marketplace. Un parco auto digitale veloce e facilmente accessibile, che offre un’ampia gamma di autovetture di qualità per tutti i budget, comprese le auto usate elettriche e ibride. Su AutoScout24, infatti, ben il 58% dell’usato presente è Euro 6 e quasi sei su dieci hanno 5 anni o meno. Senza contare la disponibilità immediata, un netto vantaggio rispetto al mercato del nuovo penalizzato dalla crisi dei microchip.”

 

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