"In quarantena e dimenticati", approda all'Ars il caso dei parenti dell'87enne morto per Covid
Il dolore per la scomparsa, la quarantena, l’attesa dell’esito di un tampone, la mancanza di assistenza e , come se tutto questo non bastasse, rifiuti che nessuno ritira da ben 22 giorni. I familiari di Domenico Zappalà, 87enne deceduto lo scorso 4 aprile all’Umberto I di Siracusa dopo essere risultato positivo al coronavirus, sembrano essere stati abbandonati da tutti, dopo il “calvario” concluso purtroppo con la morte dell’uomo. Una storia che la magistratura sta ricostruendo, visto che l’anziano era stato ricoverato come primo passaggio all’ospedale Muscatello di Augusta, in Neurologia per essere sottoposto a controlli per via di un piccolo deficit mnemonico, stando al racconto dei figli. La vicenda approda adesso all’Ars, l’assemblea regionale siciliana. Il deputato 5 Stelle Stefano Zito annuncia di volerla sottoporre all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. “La figlia e il nipote dell’uomo sono soli- racconta in un post Zito: il dolore del lutto, le telefonate che tardano ad arrivare, sommersi dai rifiuti per un rimpallo tra Comune e Asp sulle rispettive competenze, anche perchè non si sa ancora se siano positivi o meno, non essendo arrivato l’esito del tampone, 22 giorni trascorsi così . Troppa burocrazia, troppi ritardi”.