Industria e transizione. “Siamo interlocutori seri. Preoccupato da Goi più che da Eni”

“Serve calma, sapendo che siamo e saremo interlocutori seri. Lo sciopero? Non entro nel merito, i sindacati hanno loro strategia. Ma non serve litigare, anche perchè di solito chi alza la voce spesso ha un interesse suo personale da portare avanti. Preferisco lavorare in silenzio e lavorare bene per il territorio”. Così Giuseppe Carta, sindaco di Melilli e deputato regionale, interviene in queste giornate cariche di tensione ed incertezze sul futuro della zona industriale di Siracusa.
Nei giorni scorsi, lo scontro a distanza con i sindacati per le parole pronunciate durante un’assemblea dei lavoratori. “Mi è stato dato del terrorista, indicandomi come spazzatura perchè sarei contro la zona industriale. E’ un atteggiamento inquietante”, commenta Carta pacato. “Tutti conoscono peraltro la mia convinzione su un’industria che non deve scappare ma anzi rimanere una delle vocazioni del territorio, specie se capace di decarbonizzare. E, per esempio, Eni questo vuole fare. Come anche Sasol, Sonatrach e B2G. E’ chiaro che questo percorso di transizione non deve costare posti di lavoro o ridimensionamenti. Su questo aspetto, sono dalla parte dei lavoratori della zona industriale di questo territorio”. Ma guai ad alzare i toni oltre la soglia di tolleranza o a dare il via a crociate di opinione. “Bisogna anche stare anche dalla parte delle aziende, perchè – ricorda Carta – senza di loro non esisterebbe neanche la zona industriale. Ereditiamo questa scelta dal passato e oggi non possiamo pensare di azzerarla. Semmai, ragioniamo sulla sfida della transizione”.
Come farla funzionare senza produrre sconquassi? Giuseppe Carta non ha dubbi: bisogna anzitutto dimostrarsi interlocutori credibili. “Un bravo politico oggi deve essere capace di conciliare due interessi: il mantenimento dei livelli occupazionali e l’abbattimento delle emissioni in atmosfera”, spiega in diretta su FMITALIA. E sono, queste, le due principali paure che animano il dibattito sul futuro dell’industria siracusana, con l’opinione pubblica spaccata in due fazioni: chi teme la perdita di posti di lavoro e chi teme le conseguenze ambientali della forte industrializzazione. Con proprietà di sintesi, Carta evidenzia allora la necessità di “un atteggiamento corretto” di politica, industria, parti sociali.
Il primo passo intanto è stato compiuto da Eni con l’annuncio del nuovo piano industriale, un miliardo destinato a Priolo dove chiude l’impianto di cracking per fare spazio a due nuove produzioni: bio carburanti per aviazione e riciclo chimico della plastica. “Ed io sono contento dei progetti annunciati. Attenzione però, serve anche un atteggiamento corretto”, insiste Giuseppe Carta con riferimento ad Eni. “Convocheremo entro metà novembre il management Eni in Regione e ci faremo spiegare in dettaglio i loro piani ed i tempi di attuazione per la zona industriale di Siracusa. Stiamo parlando del più grande gruppo della chimica in Italia e sono sicuro che non ha come obiettivo quello di mettere in difficoltà i suoi dipendenti e le loro famiglie. Stanno investendo un miliardo a Priolo, somma che non si vedeva da tempo. Sino adesso hanno assicurato di mantenere tutti i dipendenti che, nell’attesa dell’avvio dei nuovi impianti, saranno formati e preparati per le nuove mansioni senza perdere lo stipendio. Se Eni non terrà un atteggiamento birichino – precisa il deputato regionale Autonomista – sono dalla parte di questo intervento. Altrimenti, come governo regionale potremmo bloccare i percorsi autorizzativi e concessori”. La guardia resta, insomma, alta ma non preventivamente aggressiva. Correttezza, moderazione, attenzione.
Ma sono tante le nuvole che in questi ultimi mesi si sono addensate sul futuro del grande polo petrolchimico che corre da Priolo ad Augusta, passando per Melilli e Siracusa. “Non dobbiamo però fare preoccupare le persone. Questo è il momento della riconversione e diverse aziende stanno decidendo in queste settimane di rilanciare i loro investimenti. Forse sul territorio non c’è ancora l’esatta percezione di questo fenomeno. Nessuno vuole una crisi – puntualizza Carta – però qualche disagio per la transizione è da mettere in conto”. Più realista del re. E suonano come parole pesate per la vicenda Ias. Invece Giuseppe Carta spiazza tutti. “Sono più preoccupato dal passaggio da Lukoil a Goi che dai piani di Eni. Con Goi, sino ad oggi, abbiamo avuto un’interlocuzione parziale. Non ho mai conosciuto il presidente, ad esempio. Il meccanismo del golden power, poi, non ha ancora preso forma compiuta. Per questo chiederemo all’assessore regionale Tamajo di convocare i vertici Isab Goi per rendicontare al governo regionale e capire qual è il loro atteggiamento e quali sono le loro intenzioni”.
Non una dichiarazione di guerra. “Macchè, serve anche un atteggiamento positivo attorno alle aziende. Vanno certo anche controllate, specie sotto l’aspetto ambientale, ma sappiamo che devono anche fare utili”.
E sul tema dei controlli ambientali, anche in Prefettura a Siracusa è emersa – nel corso di un recente vertice – la voglia di riorganizzare Arpa sul territorio attraverso una nuova rete di controllo e monitoraggio, “efficiente e capace di censire e catalogare i problemi”. La palla, anche su questo fronte, passa adesso alla Regione.