Inferno in via Elorina: come è partito quel rogo devastante? Cosa abbiamo respirato?

Il giorno dopo l’inferno di via Elorina, sono diversi gli interrogativi che attendono risposta. Come è partito il rovinoso incendio, di più che probabile origine dolosa? Perchè c’erano tutti quei rifiuti in plastica e amianto in una vasta area sottoposta a diversi vincoli di tutela, ambientale e paesaggistica? Cosa hanno respirato i siracusani per ore, con l’acre odore di plastica bruciata (e non solo) sino a questa mattina nell’aria? Perchè non ci sono state comunicazioni ufficiali di Protezione Civile rivolte alla popolazione ma solo iniziative singole (canali social del sindaco)? Tutte domande che attendono una risposta da parte delle istituzioni locali.
Solo alle 19 di ieri sera, a quasi sei ore dallo scoppio dell’incendio e la chiusura delle strade adiacenti, l’invito a chiudere finestre e porte nelle zona limitrofe. Nella tarda serata sono iniziati i rilievi e campionamenti di da parte di Arpa Sicilia, per capire in quale proporzione sono finite nell’aria diossine e ipa (idrocarburi policiclici aromatici) e con quale rischio per la popolazione. Da questa mattina sono iniziate le prime analisi di laboratorio su quanto prelevato tramite canister. Per quanto utili, i canister sono però tarati sulle sostanze collegabili alla zona industriale e non a combustioni come quella generata dal rogo di via Elorina. Ecco perchè ieri notte è stato messo in funzione un particolare strumento arrivato appositamente da Arpa Ragusa: serve a misurare le diossine. Fino all’una di questa notte continuerà a ricercare la presenza di quelle pericolose sostanze nell’aria del capoluogo. Deve infatti lavorare su un campionamento di 24 ore almeno. Saranno poi i laboratori di Arpa Palermo ad esaminare i risultati.
Il Comune di Siracusa ha attivato già ieri il Centro Operativo Comunale, la sala di coordinamento delle attività. Ed è stato Palazzo Vermexio a spingere per l’intervento di Arpa, sotto le centinaia di chiamate di cittadini preoccupati ed in cerca di notizie.
Per tutta la notte, Vigili del Fuoco e Protezione Civile hanno monitorato la zona dell’incendio, per evitare che un nuovo cambio di vento potesse generare una ripartenza delle fiamme. “Ce la siamo vista brutta”, confidano a mezza bocca dopo oltre dieci ore di lotta contro l’incendio e il vento. Dieci mezzi, un elicottero e squadra da Ragusa e Catania – insieme alle associazioni di Protezione Civile ed alla sala operativa comunale – mobilitati per un tempo infinito. Anche questo dà la misura di quello che è successo.