Interdittive antimafia, il Tar respinge ricorsi e conferma l’impianto della Prefettura di Siracusa
Il Tar di Catania ha respinto i ricorsi di due operatori della filiera agroalimentare destinatari, a febbraio del 2021, di altrettante interdittive antimafia da parte della Prefettura di Siracusa. I due sono appartenenti al gruppo familiare coinvolto nell’operazione “Terre emerse”, coordinata dalla Procura aretusea ed eseguita dai Carabinieri di Augusta.
Con sentenze del 30 marzo scorso, il giudice amministrativo ha puntualizzato che dai provvedimenti della Prefettura emerge “in maniera incontrovertibile” una vera e propria regia clanica criminale, specializzata nell’accaparramento illecito degli aiuti (contributi comunitari) e in stretto contatto con esponenti e sodali dei clan mafiosi messinesi, alcuni dei quali successivamente coinvolti nell’operazione “Nebrodi” della DDA di Messina dalla quale è risultato essere proprio questo il principale, moderno, ambito criminale di operatività.
Per contrastare questa fenomenologia criminale, ha affermato il Tar di Catania, risulta fondamentale l’esercizio della prevenzione antimafia da parte delle Prefetture “quale prima forma di tutela da apprestare in favore della collettività e dell’economia legale”.
Per il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, “queste importanti sentenze ribadiscono che lo Stato c’è. Anche in questa provincia, Magistratura, Prefettura e Forze di polizia continueranno ad operare in piena sinergia per la salvaguardia dei diritti, dell’interesse pubblico e degli imprenditori onesti, specie in un momento così delicato per il Paese. La diversa competenza di ciascuno è il vero punto di forza del nostro sistema, che resta il più avanzato al mondo. Prevenzione e repressione sono due strumenti indissolubili di ogni azione di contrasto alle infiltrazioni mafiose nell’economia legale”.