Italia si, Italia no: Spada (Pd) sposa la linea Amenta, Italia Viva “scarica” Azione

Chi sosterrebbe oggi la ricandidatura di Francesco Italia? Il sindaco uscente potrebbe contare su di una o due liste civiche, con Azione alle spalle, e certamente su Oltre di Fabio Granata. Ma tolti alcuni fedelissimi in giunta, anche tre o quattro assessori si sarebbero defilati da un impegno elettorale diretto. E questo renderebbe necessario guardare ad una coalizione ampia, il famoso campo progressista largo.
Ma tra Terzo Polo, Pd e M5s non mancano persino le voci di chi dubita sulla stessa ipotesi di ricandidatura di Francesco Italia nel 2023. Certezze? Una: Italia Viva non sosterrebbe un Italia bis. “Noi seguiremo un percorso civico, in ottica comunale. Con Azione qui non c’è dialogo e non si può dialogare se per loro il candidato sarà ancora Italia”, dice Giancarlo Garozzo, del direttivo regionale di Italia Viva. “Dalla sua giunta abbiamo preso le distanze tempo addietro, con tre assessori che si sono dimessi. Quelle critiche rimangono. Poi se il candidato non dovesse essere lui, allora tutto può succedere…”. E vale come messaggio, neanche troppo criptato, per quel campo progressista che vuol “arginare” la crescita del centrodestra.
L’attesa, al momento, è tutta per le mosse del Pd. L’apertura del presidente Paolo Amenta ha spiazzato all’interno il partito. Secondo una lettura dietrologica, però, la mossa di Amenta sarebbe “interessata” e punterebbe – secondo alcuni – ad ottenere il sostegno dei sindaci (in questo Italia e Giansiracusa, ndr) per la rielezione in Anci Sicilia, l’associazione dei Comuni italiani. Paolo Amenta è vicepresidente uscente.
Il deputato regionale Tiziano Spada (Pd) mostra di non disdegnare il percorso disegnato dal presidente provinciale. “Non c’è nessun veto sul nome di Francesco Italia. Quello che serve è un centrosinistra unito, in grado di vincere. Certe logiche sono insensate”, dice intervenendo su FMITALIA. “Mettere veti sui nomi è una cosa che ho sempre voluto evitare e che non dovrebbe fare nessuno. Parliamo di politica. Se il presupposto è che il Pd esprime a Siracusa una sua candidatura e allora rifiutiamo il dialogo con Francesco Italia, questa è una posizione politica. Ma se non abbiamo un nome e chiudiamo le porte ad Italia lasciando campo libero alla desta, lo troverei poco accorto. C’è chi fa politica per vincere e chi, forse, come hobby…”, dice ancora Spada. Un pizzicotto non indolore in un Pd che si avvia senza equilibrio alla fase congressuale. “Il ragionamento di Amenta è interessante”, insiste Spada. “Apriamo un dialogo con tutte le forze, dal M5s ad Azione, ad Articolo Uno, Lealtà e Condivisione e cerchiamo di creare un fronte contro le destre. Se il Pd vuole essere serio, deve delegare le scelte a chi occupa un ruolo all’interno degli organismi. Ad oggi, comunque, non è stata assunta alcuna decisione. A breve si costituirà un comitato che gestirà anche le elezioni per Siracusa. In quella sede si entrerà nel dettaglio delle valutazioni, anche su questa amministrazione”.