La comunità musulmana celebra la Festa del Sacrificio: in preghiera al Talete e allo Stadio
La comunità musulmana celebra oggi la Festa del Sacrificio. A Siracusa, la giornata è iniziata con due distinti momenti di preghiera: sul Talete con la comunità del Bangladesh e allo Stadio con la comunità arabo-magrebina. Ramzi Harrabi, mediatore culturale da decenni a Siracusa spiega le ragioni di due cerimonie diverse. “La suddivisione riguarda più che altro ragioni di etnia e linguistiche”. Dopo il risveglio all’insegna della preghiera, la Festa del Sacrificio, che richiama il sacrificio di Abramo, proseguirà con altri momenti particolarmente sentiti dalla comunità musulmana e che vedono il culmine nella condivisione di un agnello (il sacrificio) con altre famiglie. “Ogni famiglia che ne ha la disponibilità- spiega Harrabi- acquista un agnello, che andrebbe macellato in maniera islamica teoricamente, e dovrebbe poi regalarne almeno tre quarti ai poveri. Oggi, purtroppo, la possibilità economica di seguire pedissequamente questo aspetto viene spesso meno. Chi può, in ogni caso, consuma per sé e per altre famiglie l’agnello. Molti esponenti della comunità islamica in questi giorni si sono mossi per l’acquisto dell’agnello, da macellare secondo legge e poi da cucinare per il consumo nella giornata di oggi”. La comunità magrebina è, negli ultimi anni, diventata più numerosa a Siracusa ed in particolare nel quartiere di Santa Lucia. Mentre un tempo ci si concentrava, anche per la preghiera, a Cassibile, la moschea di via Pasubio spinge molti a restare nel quartiere in cui si vive e lavora. Anche la comunità che proviene dal Bangladesh è diventata più cospicua negli ultimi 15 anni. “Sono persone che non creano problemi nel territori- racconta Harrabi- Sanno cos’è il sacrificio e lavorano sodo, gestiscono esercizi commerciali, ci sono due ristoranti e dispongono di una moschea alla Graziella, che presto sarà spostata in corso Umberto”. Tornando alla giornata di oggi, “sarà vissuta dalla comunità islamica all’insegna dell’incontro e dello scambio di segni di pace. Il momento clou, come si diceva, è l’atto del sacrificio”. Intanto, a proposito di culto religioso, Ramzi Harrabi esprime la propria solidarietà ai fedeli della Parrocchia di Grottasanta, dopo l’atto vandalico che ha portato ignoti a danneggiare il Tabernacolo portando via ostie consacrate. “Noi siamo per il rispetto del Credo di ognuno- sottolinea – Siamo contro ogni tipo di oppressione del pensiero altrui , politico, culturale, sessuale, religioso. Ognuno-conclude- deve essere libero di stare bene con se stesso”.