La crisi della sanità siracusana: perchè lo sfogo della dottoressa non deve sorprendere

 La crisi della sanità siracusana: perchè lo sfogo della dottoressa non deve sorprendere

Lo sfogo di una dottoressa del Pronto Soccorso di Siracusa finito sui social e rilanciato da migliaia di condivisioni, ha permesso di “scoprire” un problema di cui si parla da mesi: non ci sono più medici ospedalieri in Italia. E la Sicilia non è certo un’isola felice, in questo senso. La soluzione, secondo il segretario provinciale della Cisl Medici, il dottore Giuseppe Runza, passa dalla politica: revisione del tetto di spesa e riprogrammazione del numero di accessi alle facoltà di Medicina.
Sebbene si tratti di problema comune a tutt’Italia, la sensazione è che la sanità pubblica siracusana stia soffrendo più di altre. E questo, verosimilmente, a causa delle scelte operate dalla Sanità regionale negli ultimi 15 anni. La revisione della rete ospedaliera, con l’accorpamento del Trigona di Noto al Di Maria di Avola, ha privato ad esempio la zona sud della provincia di un ospedale. Per chi vive a Pachino, a Rosolini, a Portopalo ed anche a Noto è più facile e comodo raggiungere i nosocomi del ragusano invece che Avola, troppo a ridosso del capoluogo. E l’Asp di Ragusa gongola, con numeri in crescita per la mobilità passiva.
Nella zona nord rischia di ripetersi identico copione: il Generale di Lentini ha mille problemi, noti e segnalati anche a Palermo, mentre la vicina Catania da qualche anno accoglie migliaia di pazienti siracusani con i suoi 3 Dea di Secondo Livello, ovvero il massimo dell’offerta sanitaria pubblica. E dire che, per i numeri previsti dalla rete regionale, per popolazione residente la provincia di Catania non avrebbe avuto diritto ad un terzo Dea (il San Marco): c’è riuscita puntando sull’area vasta per superare Siracusa, forse poco difesa da chi avrebbe dovuto e potuto. Il nuovo ospedale aretuseo? Un contentino. Ancora lontano, peraltro, dalla posa della prima pietra. E pur sempre un contenitore ancora da “riempire” (medici, macchinari) una volta esistente.
Nella scorsa legislatura regionale, poi, l’ex deputato Giorgio Pasqua segnalava la sproporzione esistente tra posti letto nelle strutture pubbliche e quelli in convenzione con il privato: un dato che determina anche l’organico medico destinato dal sistema regionale ad ogni provincia. Il quadro è, più o meno, questo.
Sorprendersi ora del collasso del sistema sanitario pubblico della provincia di Siracusa equivale, quindi, a cadere dal pero.

 

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