La differenziata non cresce più a Siracusa, “volano” Floridia, Melilli, Avola, Sortino e Ferla
La raccolta differenziata a Siracusa non cresce più. Il grande balzo verso l’obiettivo del 65% rimane un miraggio, tra vecchie e nuovi problemi connessi al servizio, ai comportamenti dell’utenza, ai controlli e ad una comunicazione nulla. Non stupisce che la città capoluogo sia da quasi un anno ferma ad una percentuale di poco superiore al 50%. Nei condomini e negli agglomerati, soprattutto quelli medio grandi, ormai vige la legge del non esiste alcuna legge, con conferimento libero di ogni frazione ad ogni orario. I carrellati spesso rimangono in strada e favoriscono il conferimento o l’abbandono “migrante”, da parte a parte della città. Il contrasto a queste imperanti – e pessime – abitudini non è ancora adeguato e anche i cittadini più virtuosi iniziano a mollare il colpo. Con queste condizioni, impossibile pensare davvero di poter far partire anche il sistema della tariffazione puntuale. Finirebbe sul gravare ancora una volta solo sui contribuenti onesti, merce rara in cerca di tutela.
Il dato siracusano è stato rimarcato durante l’EcoForum provinciale sui rifiuti e l’economia circolare che si è tenuto a Noto, promosso da Legambiente Sicilia, con l’obiettivo di costruire una visione comune strategica necessaria per realizzare i cantieri dell’economia circolare.
All’incontro hanno partecipato diversi amministratori locali, esperti e operatori del settore, il presidente della SRR Siracusa e Sindaco di Noto Corrado Figura e il presidente della IV Commissione Ambiente e Territorio e Sindaco di Melilli Giuseppe Carta .
La provincia di Siracusa è terzultima in Sicilia con il 52,1% di raccolta differenziata, pari a 93.000 tonnellate.
Complessivamente, 12 dei 21 comuni hanno superato il 65% di raccolta differenziata nel 2022. Tra i “migliori” ci sono Sortino (8.000 ab.), Ferla (2.500 ab) e Floridia (23.000 ab) che registrano percentuali di raccolta differenziata superiori al 75%. Sopra il 70% Melilli e Avola.
Nessun comune siracusano rientra nella speciale classifica dei comuni “rifiuti free” di Legambiente, ossia quelli con una produzione di rifiuti indifferenziati sotto a 75 Kg per abitante. Solo Ferla (80kh/ab), Sortino (81kg/ab) e Floridia (85 kg/ab) si avvicinano a questa soglia.
Durante l’EcoForum provinciale è stato presentato il piano industriale per la gestione del sistema di raccolta dei rifiuti del Comune di Noto, elaborato con la collaborazione del CONAI. Con il nuovo sistema di raccolta, che andrà a gara nei prossimi mesi, il Comune di Noto, attualmente con una percentuale poco superiore al 45%, punta a raggiungere entro i primi 8 mesi dall’avvio del servizio il 65% di raccolta differenziata e il 70% a partire dal 2 anno.
Sul fronte degli impianti per l’economia circolare, sono oltre 40 i milioni di euro dal Pnrr sono destinati alla provincia di Siracusa per l’infrastrutturazione della rete a servizio della raccolta differenziata e dell’economia circolare. Nello specifico, più di 36 milioni sono previsti per la realizzazione di un impianto di biodigestione anaerobica proposto dal Comune di Priolo Gargallo, da realizzare lungo il margine sud ovest dell’ambito territoriale del comune di Augusta, ricadente interamente all’interno nel SIN di Priolo, che sarà in parte soggetto a messa in sicurezza permanente e riqualificazione ambientale. L’impianto tratterà la Forsu proveniente dalla raccolta urbana per la produzione di digestato da trasformare in compost di qualità e per l’immissione in rete di biometano.
Un impianto fondamentale per l’intera provincia, i cui comuni, in assenza di impianti per il trattamento dell’organico, si trovano attualmente costretti a sopportare ingenti costi per il conferimento la FORSU in impianti anche fuori la regione.
Altri 4 milioni di euro sono previsti per il miglioramento del sistema di raccolta attraverso la realizzazione di 9 centri comunali di raccolta e isole ecologiche nei Comuni di Siracusa, Priolo e Carlentini.
“Sono segnali incoraggianti che ci indicano che siamo nella direzione giusta – dichiara Claudia Casa, responsabile Economia Circolare di Legambiente Sicilia – Ma bisogna fare sicuramente di più. Gli obiettivi selettivi previsti dalla normativa europea e dalla strategia nazionale per l’economia circolare ci obbligano a cambiare passo e ci spingono sempre di più verso il recupero di materia, sia a valle che a monte e ad un ricorso sempre più residuale alla discarica. Non basterà più, quindi, raggiungere il 65% di raccolta differenziata ma la misura di quanto i comuni siano stati efficaci e virtuosi sarà l’effettivo avvio a riciclo dei rifiuti. E’ quindi importante accelerare in questa direzione in cui i comuni devono continuare a svolgere insieme ai cittadini un ruolo straordinario.”
Per questo occorre puntare ad una gestione integrata e innovativa dei servizi di raccolta che vada in direzione della riduzione della produzione dei rifiuti e del recupero spinto di materia, a partire dalla implementazione del porta-a-porta che favorisca sempre di più la raccolta monomateriale e dall’introduzione della tariffa puntuale che premia chi è in grado di produrre sempre meno rifiuti. Altre misure necessarie che Legambiente propone ai comuni riguardano la promozione dei prodotti sfusi e del vuoto a rendere, coinvolgendo attivamente in questo processo la piccola e grande distribuzione, l’apertura dei centri del riuso e di preparazione al riutilizzo per rimettere in circolo oggetti e beni che, anziché finire in discarica, potranno essere destinati a scopi sociali e a famiglie bisognose ed ancora. Accelerare, inoltre, sulla creazione di un mercato dei prodotti riciclati, attraverso gli acquisti verdi (GPP) e sull’introduzione dei CAM nei bandi della pubblica amministrazione.
Così come è apparso altrettanto evidente, dall’intervento dei sindaci e dirigenti delle SRR, accelerare nella semplificazione delle procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti di riciclo, in particolare quelli finanziati dal PNRR i cui lavori devono essere necessariamente conclusi entro il 2026.
“Se al presidente Schifani sta a cuore abbassare la tassa sui rifiuti dei cittadini – dichiara Tommaso Castronovo presidente regionale dell’associazione –, invece di prevedere nel piano rifiuti inceneritori e discariche, deve impegnarsi per ridurre drasticamente i tempi delle procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti industriali per il riciclo, quelli attualmente in istruttoria alla regione e quelli che saranno finanziati dai fondi del PNRR. Solo in questo possiamo realmente liberarci dai rifiuti e raggiungere gli obiettivi sfidanti dell’economia circolare”.