La donna che portava la Croce a Siracusa: la storia di Cettina

E’ per tutti la “donna con la Croce” da quando decine di foto scattate lungo il suo percorso a piedi nel centro di Siracusa, con la Croce in spalla, sono state pubblicate sui social: decine di migliaia di visualizzazioni, centinaia di commenti, supposizioni sulle ragioni del suo gesto, racconti di quella che qualcuno giurava fosse la sia vita privata. Si chiama Cettina e ha 74 anni. La prima parte della sua vita si è svolta in Germania, dove da emigrante italiana (non siciliana) ha lavorato come cameriera, prevalentemente negli alberghi. Da molti anni la sua vita- questo è quanto racconta- ha preso un’altra piega. Ha deciso di farsi bastare un’auto e farne la sua casa, nonostante abbia in Germania un suo appartamento, dove tiene le sue cose, quelle che adesso ritiene non le servano. Andranno in beneficenza un giorno, questa la sua volontà (“L’ho già detto alle suore-assicura) . Racconta di essere diventata una missionaria dopo un viaggio a Gerusalemme. Tenta, nel suo piccolo e a modo suo, di diffondere l’importanza di rispettare il mondo in cui viviamo, con tutti i suoi esseri. Spera che l’umanità si ravveda e che non violi continuamente, al contrario di quanto accade, i Dieci Comandamenti. Qualunque sia la sua storia, non c’è dubbio che quello che predica è il bene e per questo vale, a prescindere, la pena ascoltarla. Puoi non credere ad alcuni suoi racconti, quando, ad esempio, ritiene di aver visto, mentre pregava, una luce. Puoi pensare che non sempre i suoi siano pensieri lucidi.  E’ lei stessa a porsi delle domande su quella che inizialmente ha immaginato fosse un’allucinazione. E tutto sommato, che importa? Da quel momento ha ritenuto un’emergenza parlare di pace, rispetto, preghiera. Può esserci qualcosa di sbagliato in questo?

Il motivo del percorso con la Croce a Siracusa

Se qualche pomeriggio fa, Cettina ha percorso un buon pezzo di città con una Croce in spalla è perché voleva apporla laddove oggi, in effetti, si trova piazzata. Ha commissionato la realizzazione del manufatto ad un esercizio commerciale di viale Ermocrate. Poi, quando è stata pronta, è andata a prenderla. Per portarla accanto al Santuario della Madonna delle Lacrime non poteva usare la sua auto, non abbastanza capiente. Non ha nemmeno voluto chiedere la consegna: aveva un costo che ha preferito evitare. Così, nonostante i suoi 74 anni, ha deciso di trasportarla a piedi, circa 23 chili- dice- da viale Ermocrate, attraverso corso Gelone, passando per il Santuario, fino alla sua destinazione definitiva. Ne ha approfittato, ogni tanto, per una preghiera mentre riprendeva fiato. Ha notato che in molti la fotografavano ma non sembra particolarmente interessata a questo. Cettina è anche social. Ha un profilo su Facebook con migliaia di amici e followers. Vuole usare questo strumento per predicare la necessità di cambiare rotta, di tornare a rispettarci. Dal 2019 questo è il suo obiettivo principale. Tornerà a Gerusalemme, dov’è stata in quell’anno, avvertendo un profondo cambiamento interiore. Il suo viaggio è già programmato per il prossimo settembre e ne parla con la gioia negli occhi. Se c’è una cosa che la fa arrabbiare, invece, è vedere che gli uomini continuano a sbagliare, che magari chiedono scusa, ma per continuare a sbagliare.

A qualcuno, anzi a molti, Cettina potrà sembrare una persona quantomeno singolare. Ne è consapevole e – assicura- non gliene importa niente. Finché qualcuno ascolterà e finché porterà con sé un  semino, per lei sarà una conquista, un buon lavoro. La sua è una specie di  lotta contro i mulini a vento, forse, ma soprattutto una missione in cui credere e averla è , a ben pensarci, una grande fortuna.