La fake news che ha allarmato Buscemi: “Bimba morta nei cassonetti”, ma è una bufala

I social, se ben utilizzati, sono uno straordinario strumento di comunicazione. Ma per qualche malintenzionato sono anche il luogo ideale per consumare truffe digitali, attraverso falsi contenuti che indirizzano su pagine che “contaminano” pc e smartphone con virus e malware. Alle volte il rischio è ancora più grosso, con la tecnica del phishing ed i dati personali “consegnati” a malfattori.
L’ultimo caso di pericolose fake news arriva da Buscemi. La piccola comunità montana ha vissuto qualche momento di panico e smarrimento per una falsa notizia finita su una pagina social che funge da piazza virtuale per la cittadina. “Ritrovata morta una neonata nei cassonetti di Buscemi”, recitava più o meno il titolone della clamorosa fake. In un caso, riportando falsamente il logo della nota agenzia stampa Ansa ma riportando su di un sito totalmente diverso, anche un video con l’invito di guardare. Sono le più classiche tecniche per infettare con malware i computer di ignari utenti che, per eccessiva creduloneria, aprono le porte del loro pc e dei dati lì conservati a perfetti sconosciuti.
E’ dovuto intervenire il sindaco di Buscemi, Michele Carbè, per mettere in guardia la popolazione e spiegare che non vi era alcun allarme. “Anche a seguito di controlli con le forze dell’ordine si smentisce la notizia circolante via social secondo cui sarebbe stata ritrovata nei cassonetti di Buscemi una neonata morta. Trattasi fortunatamente di fake news col probabile scopo di acquisire dati personali e/o diffondere virus/malware”, si legge in un post pubblicato sui canali social del piccolo Comune montano.

Non è il primo caso in cui una fake news porta subbuglio in una comunità locale: era già successo nel siracusano con le allerte meteo, le chiusure delle scuole e persino con Santa Lucia. Per difendersi da truffe e scam, il consiglio della Polizia Postale è quello di considerare con attenzione i link da cui provengono certe notizie. Più strano e meno noto è il sito, magari con nomi improbabili o simili a quelli dei veri organi di informazione, più alto è il rischio. Ricordarsi quindi di verificare sempre le fonti ed utilizzare come riferimento i veri siti di informazione, segnalati anche dalla presenza di un direttore responsabile e di una gerenza identificativa.