La festa dei Carabinieri e il messaggio ai giovani: “Meno social, apprezzate la vita vera”

E’ stato il teatro greco di Siracusa ad ospitare la cerimonia del 208° annuale di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, ieri sera. La grande scalinata monumentale, scenografia dell’Edipo Re della Fondazione Inda, ha visto lo schieramento di militari in grande uniforme, rappresentanti delle stazioni dei Carabinieri della provincia e delle varie specialità dell’Arma.
Nel corso della cerimonia, si sono esibiti gli allievi attori dell’Accademia di teatro della Fondazione INDA e gli alunni del 13° Istituto Comprensivo Archimede di Siracusa, mentre l’Inno Nazionale e le marce militari sono state suonate dagli studenti del Liceo Gargallo, diretti dal professore Giovanni Uccello.
Dopo il messaggio di saluto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e l’Ordine del Giorno del Comandante Generale dell’Arma, generale Teo Luzi – letti dall’attore Giuseppe Sartori e da un alunno dell’Archimede – è stato il comandante provinciale a prendere la parola.
Il colonnello Gabriele Barecchia si è soffermato su tre emergenze sociali che segneranno la qualità del futuro. Rivolgendosi ai tanti giovani presenti, ha evidenziato la necessità di contrastare il cambiamento climatico e l’importanza della protezione dell’ambiente. “Rappresentano la sfida più grande e impegnativa per l’intera umanità, nel perseguimento della quale non è più tempo di ambiguità e di distinguo. Noi Carabinieri siamo consapevoli di non poter risolvere da soli un problema così complesso, ma, fin dal 1986, abbiamo sviluppato reparti e competenze qualificatissime per la prevenzione e le investigazioni nel settore ambientale, che oggi trovano la più alta espressione nei Carabinieri forestali, la cui organizzazione e capacità sono un unicum a livello mondiale e che, proprio per tale motivo, partecipano attivamente a varie iniziative di ‘diplomazia ambientale’ con le Nazioni Unite, la FAO, l’UNESCO, prima fra tutte la task force dei caschi verdi per l’ambiente, con l’obiettivo di supportare proprio l’UNESCO nella gestione e nella difesa delle aree naturali del nostro Pianeta”.
Poi il comandante provinciale ha richiamato l’attenzione sulla violenza di genere, in particolare quella contro le donne. “L’apparato penale di cui disponiamo, peraltro ulteriormente arricchito nel settembre scorso – ha detto – è senza dubbio tra i più avanzati in Europa. Tuttavia, è sotto gli occhi di tutti che il mero approccio repressivo, seppur irrinunciabile, non è risolutivo. Pesano, infatti, fattori di ordine culturale e sociale, che condizionano lo stesso percorso di consapevolezza delle vittime. Per questo motivo, noi ci siamo impegnati nel potenziare la Rete di monitoraggio sul fenomeno attraverso la specifica formazione di ufficiali di polizia giudiziaria, con l’obiettivo di sostenere le vittime nel loro, difficilissimo percorso di denuncia. In quest’opera siamo affiancati e affianchiamo a nostra volta gli Enti e le Associazioni impegnate nella tutela dei diritti delle donne e permettetemi di ringraziare, per la loro costante e premurosa vicinanza, i Soroptmist club, i Centri antiviolenza La Nereide, Ipazia, I colori di Aretusa e l’Associazione Angeli, qui presenti”.
Terzo tema in rilievo, la condizione giovanile. “La cronaca, vicina e lontana, ci restituisce un’onda lunga di disagi, peraltro acuiti dalla pandemia e dall’anomalo isolamento che ne è derivato, che hanno reso più superficiali le relazioni interpersonali, più compulsiva la ricerca di istantanee ed effimere gratificazioni, più frequente il ricorso a forme di violenza, minacce o bullismo. L’uso, quasi esclusivo, dei mezzi digitali ha ormai alterato il modo di fare esperienza, avvicinando a noi ciò che è lontano e allontanando da noi ciò che è vicino, mettendoci in contatto non con il mondo, ma con la sua mera rappresentazione. L’audacia, la prontezza fisica, la solidarietà di gruppo, la volontà di mettersi alla prova nel pericolo e di uscirne da trionfatori, tratti propri della giovinezza, vengono alterati da questo diffuso malessere e riorientati verso sempre più frequenti raid irrazionali, organizzati spesso attraverso i social network, divenuti incomprensibili riti iniziatici o, peggio ancora, meri strumenti per seppellire noia o angoscia. Su questo fronte – ha detto il colonnello Barecchia – da sempre collaboriamo con presidi e insegnanti, con la Procura ed il Tribunale dei minori per diffondere i principi di una buona cittadinanza; su questo fronte, proprio qui a Siracusa, insieme al Prefetto e al Sindaco e alle altre Forze di polizia, abbiamo aperto una riflessione, lavorando per anticipare situazioni di possibile rischio, attraverso nuove e più snelle modalità di ascolto. E proprio per questo motivo, vorrei dedicare a voi alcune parole che rivolgo spesso ai miei Carabinieri. Sono solito dire loro che l’autorità è servizio: autorità significa servire con attenzione e competenza il cittadino che confida nell’intervento dello Stato”.
Uscendo poi dal rigido protocollo della cerimonia, il colonnello Barecchia ha concluso il suo intervento rivolgendosi direttamente ai ragazzi ed alle ragazze presenti al teatro greco: “Essere buoni cittadini significa conoscere i propri doveri e riconoscere i diritti degli altri, significa difendere chi è più debole o fragile e rifuggire sempre da ogni forma di violenza, significa, soprattutto per voi che avete la fortuna di vivere in una Terra così ricca di bellezze naturali e artistiche, apprezzare con mano e non attraverso lo smartphone la magia e l’unicità di questo Teatro, lo splendore delle Chiese e dei palazzi barocchi, la purezza e la profondità dei colori del mare e raccontarlo ai vostri tanti amici nel mondo. Questi temi, ne sono certo, non esauriscono né esauriranno la vostra domanda di sicurezza, ma li ho scelti perché credo siano, più di altri, in grado di condizionare l’ottimismo sociale di cui tutti sentiamo assolutamente il bisogno, proprio ora, nel momento in cui, con difficoltà e sacrifici enormi, stiamo provando ad uscire dalla tristissima esperienza della pandemia. Avvertiamo, infatti, in tutti, e in voi in particolare, forte, fortissima la voglia di riappropriarsi dei propri spazi, della propria vita per tornare a guardare al futuro con fiducia e passione. E, cari ragazzi, proprio in questa rinascita, l’Arma dei Carabinieri, domani come ieri, vorrà essere, anzi, ne sono certo, sarà il vostro sicuro punto di riferimento quale Istituzione delle regole giuste, dell’equità e dell’attenzione ad ogni forma di disagio”.