La lettera: "Ortigia caos e abusivismi, un mega villaggio della ristorazione"

Riceviamo e pubblichiamo una lettera su “food caos e abusivismo” in Ortigia firmata da Enrico Tamburella. Giornalista pubblicista, è stato anche dirigente sindacale della Cgil di Siracusa e dirigente dell’Ispettorato del Lavoro. Si tratta di un’analisi a titolo personale che condividiamo con piacere, come contributo nel dibattito aperto da tempo sul futuro di Ortigia, tra regole e turismo. Si discute spesso di dehors estesi, risultato di una norma varata in pandemia, ed ancora valida, che ha concesso l’aumento degli spazi esterni alle attività di ristorazione per stimolare la famosa ripartenza.

Quando si parla di crisi dell’economia siracusana si fa riferimento spesso alla zona industriale che ha ormai esaurito la sua capacità produttiva e sembra orientata verso un declino inarrestabile, anche perché il mondo non potrà continuare ad essere inquinato dai prodotti petroliferi per gli effetti devastanti sul clima e sulla qualità della vita di milioni di persone.
La cosa più logica dovrebbe essere quella di cominciare a cambiare rotta e pensare a qualcosa che mantenga gli stessi livelli occupazionali e sia più orientata verso il futuro, un progetto che ridisegni la zona industriale pensando a quello che occorre per il futuro, una ipotesi per tutte le auto elettriche e la produzione di energia pulita.
Al contrario spesso con faciloneria anche durante le periodiche conferenze o studi legati allo sviluppo della nostra zona salta fuori la solita frase: Siracusa può vivere solo di turismo. Il turismo è un settore economico flessibile e volatile per definizione. E ogni volta una frase del genere suscita una certa ilarità non solo perché cambia poco nella mentalità di chi dovrebbe gestire il movimento turistico, ma non esiste un minimo sforzo razionale per capire cosa bisogna fare per migliorare il turismo a partire dalla viabilità e dai trasporti e dalle aree di parcheggio esterne a Ortigia, che comporta uno sforzo economico non indifferente, ma che renderebbe fruibile molti luoghi oggettivamente belli, il collegamento della stazione ferroviaria di Siracusa all’aeroporto di Catania di cui tanto si è parlato, è un fallimento, perché non è stata completata.
Al contrario si assiste ad interventi caotici e privi di progettualità che hanno come punto di riferimento solo l’isola di Ortigia, luogo storico e ameno certamente, ma che rischia di diventare, continuando questa specie di assalto di pseudo operatori economici, un mega villaggio per il food, per carità niente di scandaloso, ma se il turismo deve essere rilanciato solo in questo modo caotico ho l’impressione che stiamo sprecando l’ennesima occasione per fare bene le cose.
Allo stesso tempo si assiste ad una lotta impari tra residenti e ristoratori, che sembra abbiano il consenso di chi amministra, a scapito di chi con grande coraggio ha scelto di abitare in un luogo dove ogni giorno si lotta per un posto auto o per un piccolo spazio. Il risultato: i residenti scappano e lasciano il posto agli speculatori e a società spesso estere di locazione. Ortigia non può diventare solo un luogo dove si viene per consumare cibo spesso di scarsa qualità, ma è un luogo, fortemente antropizzato e caratterizzato dalla presenza di grandi testimonianze culturali, architettoniche e storiche.
Ortigia quindi come luogo di cultura, di conoscenza, di studio e di incontri che possono conciliare tutte le esigenze dal cibo agli spettacoli. Si assiste invece ad una rappresentazione caotica e confusa con le auto che creano sempre più continui ingorghi, spesso Piazza Archimede o il corso Matteotti o p.zza Pancali, non si riescono a distinguere per la quantità di auto e piccoli camion che sostano nell’incuranza generale a partire dai vigili urbani.
Molti ristoratori allargano e stringono gli spazi pubblici a loro piacimento invadendo strade e vie con i loro tavoli di plastica scadente pur di fare profitti spesso utilizzando manodopera in nero. Nessuna regola, nessun rispetto per la libertà degli altri, tutto viene fatto nell’egoismo più totale, nella logica del profitto in un momento di crescita turistica per ottenere immediati benefici economici, senza pensare al futuro, continuando a spennare i turisti con i prezzi alti e qualità bassa, tranne eccezioni. Programmare non è né nella mente degli operatori economici né nella mente di chi ha il compito di dare un pur minimo di regolamentazione al caos e alla confusione.
In tal modo non si va molto lontano cari amministratori e operatori economici, datevi una regolata o rischiate di restare in un futuro prossimo con un pugno di mosche. L’amministrazione uscente non solo non è stata in grado di governare il fenomeno dell’espansione di fenomeni abusivi come quelle moto vespe dai colori sfavillanti o le migliaia di case vacanze e bed and breakfast, di scarsa qualità, anzi sembra averne agevolato la diffusione, tentando di incassare il consenso durante la prossima tornata elettorale.