“La Lupa di Giovanni Verga” al Teatro Massimo, diretto e interpretato da Donatella Finocchiaro

 “La Lupa di Giovanni Verga” al Teatro Massimo, diretto e interpretato da Donatella Finocchiaro

“La Lupa di Giovanni Verga”, per la regia di Donatella Finocchiaro, al Teatro Massimo Città di Siracusa. Con il progetto drammaturgico e la collaborazione alla regia di Luana Rondinelli, i movimenti di scena di Sabino Civilleri e la coproduzione del Teatro Stabile di Catania e del Teatro della Città – Centro di Produzionele Teatrale, arriva sabato 2 (alle ore 21) e domenica 3 (alle ore 17,30).
Quella che arriva in scena con questa produzione, quindi, è una Gna Pina libera, rivoluzionaria e che si batte contro il concetto di vergogna e per affermare la propria condizione di donna autodeterminata.
“La mia Lupa – dichiara Donatella Finocchiaro – è la donna che non si vergogna della sua sensualità e viene per questo additata dal contesto sociale perché libera, strana, diversa. Lei, che di quella tentazione amorosa e carnale per Nanni si considerava la vittima e che, in fondo, Nanni considera carnefice perché non riesce a liberarsi dalla sua tentazione. Il gioco tra vittima e carnefice è un gioco al massacro. Insieme vivono nel “peccato”, e nella follia. Forse solo la morte potrà salvarli”.
Nel testo, viene quindi amplificato il punto di vista della donna e della possibilità di vivere la propria vita sentimentale e sessuale liberamente, a dispetto di un ambiente retrogrado sempre pronto a puntare il dito contro quello che succede nelle vite e nelle case degli altri. Una lettura al femminile, quindi che esalta alcuni aspetti dell’opera verghiana.
“E’ una Lupa tridimensionale – spiega Luana Rondinelli – in cui abbiamo dato spessore ai personaggi e soprattutto a Gna Pina con il suo carattere rivoluzionario e libero. Donatella ha voluto sottolineare questo aspetto anche con un’ambientazione diversa, spostata in avanti, ovvero nella campagna siciliana degli anni ’50, quando la rivoluzione femminile e la libertà sessuale era ormai alle porte. L’idea è quella che passionalità e alchimia siano cose naturali per qualunque essere umano e quindi anche per le donne”.

Le foto di scena sono di Antonio Parrinello.

 

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