“La Maria Brasca” per la regia di Andrée Ruth Shammah al Teatro Massimo di Siracusa

 “La Maria Brasca” per la regia di Andrée Ruth Shammah al Teatro Massimo di Siracusa

La Maria Brasca non è solo il primo personaggio femminile uscito fuori dalla penna di Giovanni Testori. È un personaggio potente, passionale, anticonvenzionale e fuori da ogni costrizione o compromesso. La prima a portarlo in scena fu l’indimenticabile Franca Valeri nel 1960 con la regia di Mario Missiroli, poi sotto la regia di Andrée Ruth Shammah è stata interpretata da Adriana Asti. Ad interpretare il personaggio di Maria Brasca al Teatro Massimo di Siracusa sarà Marina Rocco. L’attrice, conosciuta al grande pubblico per le serie tv “Tutti pazzi per amore”, “Romanzo famigliare” solo per citarne qualcuno, è stata diretta al cinema da registi quali Marco Tullio Giordana, Giovanni Veronesi, Woody Alllen, Sergio Castellitto e Paolo Virzì. Sul palco con lei Mariella Valentini, attrice a tutto tondo, ammirata da Nanni Moretti; Luca Sandri conosciuto a molti come doppiatore cinematografico, ha partecipato più volte nei film di Carlo Vanzina e infine Filippo Lai, giovane attore che nel 2023 con “Il Malato immaginario” per la regia di Andrèe Ruth Shammah è andato in onda su Canale 5.
Le scene sono di Gian Maurizio Fercioni e le musiche di Fiorenzo Carpi e Michele Tadini.
“Sento, adesso, a trent’anni dalla prima edizione e ventitré dalla ripresa – dice Andrée Ruth Shammah – la necessità di far rinascere “quello” spettacolo, quello e non un altro perché, affascinata da quella volontà di Maria di non cedere, di difendere tutto ciò che rappresenta la sua vita e non aver paura di parlare di felicità (uno stato d’animo così prezioso ma assente nel teatro di Testori e così raro nella drammaturgia contemporanea) credo sia importante rilanciarlo nel tempo futuro per altre centinaia di recite. Io ci credo, succederà, perché il testo è ancora così fresco, potente nel messaggio e lo spettacolo fa vibrare la comunicazione tra divertimento (le scene con le sorelle sono irresistibili) e commozione (lei che rimane in sottoveste in cucina, disperata) e il gran finale in dialogo con il pubblico, un finale positivo che lascia gli spettatori divertiti, con lo stimolo a vivere le proprie passioni e i singoli desideri con grande fiducia e allegria!”
La Maria Brasca, un’operaia di calzificio, vive con la sorella e il cognato nella Milano industriale del secondo dopoguerra, ha ventisette anni e da sempre è disposta a tutto pur di ottenere ciò che vuole, anche ad affrontare i pettegolezzi della gente. Vuole Camisasca, fannullone e delinquentello più giovane di lei di parecchi anni. Lo vuole sposare e metter su famiglia. È convinta di avere l’energia per rimetterlo nella dritta via. Rappresentazione memorabile di figura femminile intraprendente e volitiva ma non priva di fragilità. La pièce mette in scena, grazie ai suoi impareggiabili dialoghi brillanti e serratissimi, una vitalità gioiosa e dirompente, consapevole ma non arresa alle difficoltà dell’esistenza. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Franco Parenti e dalla Fondazione Teatro della Toscana.

 

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