“La mia conversione grazie a Santa Lucia”: Amel, ipovedente musulmana è pronta al Battesimo
“L’incontro con Santa Lucia mi ha salvato la vita e mi ha portata vicino a Dio, illuminando finalmente il mio cammino”. Amel ha 28 anni, è ipovedente ed è nata e cresciuta in una famiglia musulmana. Ha vissuto tra le Marche e la Liguria, fino a quando, diversi anni fa, ha deciso di fuggire da una situazione che la faceva sentire “prigioniera”. “I miei genitori mi obbligavano a studiare il Corano e a seguire una religione che non sentivo mia. Sono presto fuggita da questo e molto altro, seguendo il mio cuore e l’amore per un ragazzo di Siracusa”. Da quel momento inizia la sua vita nella città di Lucia, inizialmente tra mille difficoltà legate alla sua condizione. “Per un’ipovedente non era affatto facile vivere qui- racconta Amel- Tutto era un problema per me: attraversare la strada, muovermi lungo i marciapiedi, svolgere le attività quotidiane. Ero arrabbiata con Siracusa e con i siracusani .Poi, pian piano, le cose sono migliorate, un po’ perché sono diventata più “elastica”, un po’ perché la gente dei luoghi che frequento ha iniziato a comprendere meglio le mie necessità e ad agevolarmi quando, per fare un esempio, con il bastone cammino per strada e mi ritrovo dei tavolini davanti ad ostacolare il mio percorso”. Fin qui si parla solo di aspetti pratici di vita quotidiana, nessun riferimento alla fede, che del resto Amel aveva completamente abbandonato e allontanato da qualsiasi suo pensiero o intenzione. “Non seguivo di certo la mia religione ma non ero nemmeno interessata all’argomento. Se qualcuno mi parlava di Dio, avvertivo una sorta di rifiuto per l’argomento, rispondevo: “E allora perché, se Dio esiste, mi ha sottoposta a tutte queste brutte situazioni fin dalla nascita?. Mi chiedevo cosa avessi fatto di male per meritare tutto questo”. La sua relazione sentimentale va avanti per diversi anni ed è proprio il suo ex compagno a farle “incontrare” per la prima volta Santa Lucia. “Era il giorno dell’Ottava del 2022 – racconta Amel- Alessandro, ipovedente come me e credente e praticante, mi ha portata in Cattedrale. Chiedeva di poter stare vicino alla nicchia nel momento della chiusura. A me non importava, mi sembrava, al contrario, una situazione molto poco agevole per me: salire lungo il sagrato, con tutta quella gente, muovermi in mezzo alla folla che in quei casi tende a spingere, un’impresa di cui avrei fatto volentieri a meno. Poi, però, è successo qualcosa di incredibile. Il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione, si è accorto di noi e ci ha lasciati avvicinare. E’ stato un momento pazzesco per me, di un’intensità inimmaginabile, mi ha letteralmente travolo l’anima. E’ così, all’improvviso, riempiendomi di una gioia immensa, iniziato il mio cammino di fede”. Ho chiesto a Fra’ Daniele di condurmi lungo questa strada, che adesso mi era chiara ed ero pronta a percorrerla. Mi ha detto che sarebbe stato lungo e impegnativo e che occorreva che ne fossi davvero convinta. Lo ero, lo sono”. Sono trascorsi due anni da allora e Amel ha scelto di aggiungere al suo nome anche quello di Lucia: Amel Lucia Mokni. Riceverà il Battesimo e gli faranno da padrini Pucci Piccione ed Elena Artale della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, la prima donna a “scortare” il corpo di Santa Lucia nel suo viaggio da Venezia a Siracusa. “Non è un caso se io, ipovedente, ho potuto incontrare Lucia, la Santa della Luca, la Protettrice della vista. La mia fede adesso è grande, la sento indistruttibile ed è diventata la mia forza- conclude Amel- Non finirò mai di ringraziare Dio per avermi concesso la possibilità di conoscerLo attraverso la Patrona di questa città, la mia Patrona, la mia città”.