La morte di Laura Petrolito, condannato anche in appello Paolo Cugno: 30 anni
La Corte di Appello di Catania ha confermato la sentenza di condanna a 30 anni di carcere per Paolo Cugno, il 28enne di Canicattini Bagni ritenuto essere l’assassino di Laura Petrolito. La ragazza, 20 anni, venne trovata priva di vita in un pozzo di contrada Tradituso, poco fuori Canicattini, all’interno di un terreno di proprietà della famiglia dell’imputato. Era il marzo del 2017.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, al culmine di una lite Cugno uccise la ragazza con sedici coltellate. Il corpo venne poi gettato, nel tentativo di occultarlo. Poco dopo la macabra scoperta, confessò l’omicidio, al termine di un interrogatorio fiume. La difesa ha sostenuto l’incapacità di intendere e di volere, smentita dai periti della Procura.
“E’ una sentenza assurda”, commenta l’avvocato difensore Titta Rizza che annuncia ricorso in Cassazione. “Pochi giorni prima della sentenza, dal carcere hanno inviato una mail alla Corte d’Appello di Catania spiegando che Cugno è affetto da malattia mentale. Si badi bene, è una nota inviata dai medici del carcere e non richiesta da nessuno. Vi si legge che Paolo Cugno è cooperante e disponibile ma con marcate quote dissociative che testimoniano disorganizzazione psichica e discontrollo. Mi aspettavo che una simile nota avrebbe indotto la Corte ad ammettere la perizia che avevamo richiesto. Deciderà la Cassazione”, spiega il legale.