La nuova storia del Porto Grande di Siracusa comincia da novembre

Entro metà novembre si completerà il passaggio di consegne dalla Regione all’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale. Da quel momento, anche il Porto Grande di Siracusa (e il porto rifugio di Santa Panagia, ndr) entrerà nel perimetro di governance dell’AdSP guidata dal presidente Francesco Di Sarcina. L’ente che si occupa dello sviluppo e dell’operatività dei porti che rientrano sotto il suo ombrello (Augusta, Catania, Pozzallo e a breve anche Siracusa) ha le idee chiare sul da farsi in uno scalo, come quello aretuseo, che vuole avere ambizioni da destinazione top.
Già nei mesi scorsi l’AdSP aveva cominciato a studiare e capire la situazione del porto Grande di Siracusa. E con pazienza attende il momento in cui potrà avviare le prime azioni. “Ci vogliono cura e dedizione. I problemi sono diversi: la banchina 2, le condizioni del piazzale su cui si può fare motocross, il fondale da dragare, la stazione marittima. Ma si può fare”, spiegava Di Sarcina poche settimane addietro a SiracusaOggi.it.
Il piano per il Porto Grande ha due priorità di partenza: completare la banchina 2 destinata alle grandi navi e mai entrata in funzione; mettere in sicurezza il porto rifugio di Santa Panagia.
Per la banchina 2, occorre procedere con il dragaggio dei fondali per aumentarne il pescaggio e renderla utile per il motivo per cui è stata costruita. Nel taccuino del presidente Di Sarcina, durante uno degli ultimi sopralluoghi informali, sono finiti anche alcuni cedimenti nel piazzale retrostante – che sarebbe in condizioni tali da dover essere integralmente livellato – e la quota della banchina (“bassissima”, ndr) tipica da diporto e non esattamente indicata per le navi da crociera.
I lavori non sono considerati impossibili dall’AdSP della Sicilia orientale. Vanno chiaramente programmati e realizzati in tempi ragionevoli. Anche perchè alle porte ci sarebbe l’interesse di nuove compagnie crocieristiche, interessate a fare di Siracusa uno dei loro esclusivi porti di imbarco e sbarco. Questo obbliga ad affrontare in maniera decisa il tema della stazione marittima. “Non si può fare crocierismo con i container o con i gazebo. Apprezzabili i sacrifici di chi ha fatto il possibile per rendere funzionale il porto di Siracusa. Ma se lo guardiamo nel panorama internazionale, non è quello il modo di presentarsi”, disse sul punto Francesco Di Sarcina intervistato in diretta su FMITALIA. Come fare? Difficile che si possa costruirla solo contando sulle risorse della società consortile Porto di Siracusa. Probabile, allora, che si studi una soluzione “mista”, come quella adottata a Catania “sull’onda” di una proposta privata.
In coda a questo anno bisesto, pare proprio stia iniziando una nuova storia per il porto Grande di Siracusa.