La protesta degli infermieri del Pronto Soccorso, le reazioni della politica siracusana
Se lavorare all’interno del Pronto Soccorso di Siracusa è divenuto “complesso”, al punto da spingere gli infermieri a protestare in sit-in, è colpa delle scelte del governo regionale. A sostenerlo è il deputato della Lega, Giovanni Cafeo. “La pandemia ha rivoluzionato l’intero comparto sanitario ma a Siracusa, in particolare, la Regione ha deciso di dedicare la maggioranza dei posti letto pubblici proprio ai malati di covid, delegando alle strutture private convenzionate il resto delle degenze”. Il deputato regionale della Lega denuncia, quindi, la scelta dell’assessorato regionale alla Salute di causare il crollo dell’offerta dei posti letto con la conseguenza di affollare il Pronto soccorso. “Nonostante il conteggio ufficiale dei posti letto disponibili in provincia tenga conto delle strutture private, una recente circolare dell’assessorato alla Salute ha disposto l’impossibilità di trasferimento dei cittadini ricoverati per motivi di budget, causando un pericoloso sovraffollamento concentrato proprio nelle sale del pronto soccorso di Siracusa, con picchi anche di 60 persone ricoverate simultaneamente”.
Il parlamentare regionale della Lega ha annunciato una interrogazione parlamentare al Presidente della Regione ed all’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza. “Si tratta come è evidente di una situazione inaccettabile nonché pericolosa, sia per i pazienti sia per lo stesso personale sanitario”.
“La pandemia è una brutta bestia con cui ormai da due anni facciamo i conti. Ma non si muore solo di covid e lo scotto di scelte errate non può essere pagato dal personale sanitario. C’è una pletora di pazienti affetti da altre patologie, che nel siracusano a causa del sottodimensionamento dei posti letto in strutture sanitarie pubbliche, sono costretti a ripiegare in quelle private. Una scelta che parte dall’Assessorato regionale alla salute e che non condivido per niente, anzi contrasto pubblicamente, in quanto a pagare dazio è il Pronto soccorso cittadino, preso d’assalto dall’utenza”. Lo afferma la deputata regionale di Forza Italia, Daniela Ternullo.
“Per tale motivo – insiste l’esponente di Forza Italia – domani stesso presenterò un ordine del giorno affinché si possa allentare la morsa. I posti letto devono essere distribuiti più equamente tra le strutture pubbliche e quelle private. In provincia di Siracusa non c’è una sanità di seria A e una di serie B, con il rischio di oberare i già carenti infermieri – ma lo stesso discorso vale anche per i medici – del Pronto soccorso, in perenne regime di sovraffollamento lavorativo. Sarebbe anche più facile se potessimo esternare tali perplessità al direttore amministrativo dell’Asp cittadina. Peccato che da mesi non si provvede alla sua nomina, condizionando un intero comparto che in provincia è in costante”.
Anche il segretario regionale di Articolo 1, Pippo Zappulla, ha presenziato al sit-in degli infermieri siracusani. “Al pronto soccorso i tempi di attesa sono lunghissimi, l’affollamento nei locali è tale da determinare difficoltà serissime a garantire il minimo di distanziamento necessario, si accumulano attese improponibili per la realtà legata alla pandemia che stiamo vivendo; quello denunciato dagli infermieri è un grave deficit di organico e di organizzazione”, ha detto Zappulla. “Si denunciano carenze di organico insostenibili, manca il 50% di medici e si corre il rischio concreto che l’Ospedale gestito come Covid-Center scarichi anche sui cittadini, portatori di altre patologie, ulteriori gravi e pesantissimi disservizi”.
Anche Rifondazione Comunista dalla parte degli infermieri. “E’ fondamentale sostenere le loro rivendicazioni e la loro lotta. E i primi segnali incoraggianti sono già arrivati: il personale del Pronto Soccorso è aumentato di tre unità e la situazione non è drammatica come nei giorni scorsi. Si parla anche della riapertura parziale del reparto di Medicina, ma questo non basta. Occorre che vi sia l’immediata assunzione di medici e infermieri per raggiungere almeno il numero minimo previsto nella pianta organica e, soprattutto, la riapertura di tutti i reparti chiusi o accorpati. E’ evidente che per tornare alla normalità è necessario che ci sia un aumento dei posti letto non covid e il mantenimento di quelli covid, incrementando quelli totali”.