La testimonianza: "Un'onda e Vito è finito in acqua. Lo abbiamo visto andare giù"
“Non c’è più, non lo vedo più. E’ annegato, è annegato!”. Luciano lo ha urlato al telefono con i soccorritori. Sabato pomeriggio si trovava anche lui alla Marchesa, per una passeggiata. La sua è una testimonianza importante per ricostruire l’accaduto. “Anche Vito ed il suo amico stavano passeggiando. Non era andato lì per prendere un bagno. Ad un certo punto gli si è avvicinato un ragazzino che chiedeva aiuto: un suo compagno era in acqua e non riusciva a risalire. Ho subito chiamato i soccorsi, il 112 per sollecitare l’intervento della Capitaneria”, racconta Luciano.
Il mare si presentava “antipatico”, con onde alte ed una risacca che avrebbe messo in difficoltà anche un nuotatore esperto. “Il ragazzino non ce la faceva, la risacca lo portava lontano e poi lo avvicinava agli scogli. Era allo stremo, si era stancato. Quando siamo arrivati noi, era in acqua da almeno dieci minuti. Il motivo per cui fosse in acqua io non lo so. E non ce lo siamo neanche chiesti. Come prima cosa, ho chiamato il 112 per quel ragazzino in acqua”, prosegue nel suo racconto il testimone oculare della tragedia della Marchesa.
Nel frattempo, Vito è sceso nella parte bassa della scogliera per cercare di dare una mano. “Il ragazzino era a due metri dagli scogli, non era lontano. Ma non riusciva ad avvicinarsi. Vito si è tolto i vestiti perchè le onde rischiavano di bagnarlo tutto. Non si voleva mica buttare. Ha creato una specie di cima con due teli mare dei ragazzini. E poi si è avvicinato al limite della scogliera per porgere quell’appiglio al 15enne in acqua. Accanto a lui c’era un altro ragazzino. A quel punto però – prosegue Luciano – è arrivata un’onda che lo ha fatto come sedere sulla scogliera, per poi scivolare in acqua”. Con lui finisce in mare anche l’altro adolescente.
Parte un’altra telefonata di soccorso, sollecitando l’arrivo delle squadre degli specialisti. In quel momento c’erano tre persone in mare: il primo ragazzino in difficoltà, un altro 15enne e Vito. “Ma con tre bracciate vigorose, il 15enne si è portato verso gli altri scogli, mettendosi in salvo. Il primo ragazzino che annaspava in acqua da 15 minuti, ha seguito i segnali dell’amico e si è lasciato andare seguendo la corrente. E si è salvato. In acqua è rimasto solo Vito”, continua il racconto del testimone.
“Il suo amico gridava, lo chiamavano: Vito, tieni la testa alta; Vito tieni le spalle su. Lui ci guardava, ha tenuto contatto visivo con noi. Poi ha smesso. Non era un nuotare esperto. E nonostante questo non ha esitato a muoversi per soccorrere il ragazzino in acqua. Io lo vedevo che annaspava. Vito è rimasto in acqua per meno di venti minuti, forse quindici. Non di più. Poi non ha resistito. Le onde gli passavano sopra la testa, non reagiva. Prendeva acqua. Lì abbiamo capito che non ce la faceva più. Il suo amico urlava, io ho chiamato i soccorsi ancora e ancora. Ero al telefono con loro quando ho detto: ‘non c’è più, è annegato'”. Luciano si ferma nel racconto. Volge lo sguardo da un’altra parte. Gli occhi si arrossano.
“Ha fermato la testa, non la muoveva più. Pochi secondi e si è inabissato. Ero disperato, ancora non credo a quello che ho visto. Eppure lavoro nel 118, ho visto morti a decine. Ma vi posso garantire che vedere una scena del genere, è un film dell’orrore. Non sai che dire, non sai che fare. E’ finito tutto in pochi minuti. Siamo caduti in terra, senza forze. Una cosa allucinante”.
Sul posto c’erano ancora i quindicenni che sono riusciti a salvarsi dopo aver visto la morte in faccia. “Non so se se si sono resi conto di quanto è accaduto. Erano ancora lì, hanno visto tutto. E anche loro in terra disperati. Non credo dimenticheranno mai”.
Ma se qualcuno si fosse buttato in acqua, Vito si poteva salvare? “Ci abbiamo pensato. In quei secondi l’istinto ti dice di tuffarsi. Ma oggi staremmo parlando di tre morti. A mare, quando si tenta di salvare una persona, è molto facile che chi aiuta poi abbia la peggio. La risacca ci avrebbe buttato sugli scogli, qualora fossimo riusciti a raggiungere Vito. Sarebbe stato un suicidio se io o il suo amico ci fossimo buttati. Era impossibile. Quando sono arrivati i sommozzatori vi dico solo che ci hanno messo oltre un’ora per immergersi in sicurezza. Capite quindi la situazione quale fosse…”, dice d’un fiato Luciano.
Poi, l’ultima frase. “Una cosa voglio dire: se non ci fosse stato Vito, non so se si sarebbero salvati i ragazzini. Spero che nessuno si dimentichi di lui”.