La tutela dell’ambiente in Costituzione, il sindaco Italia: “No baratto salute-occupazione”
La tutela dell’ecosistema e della biodiversità entra nella Costituzione italiana. Ieri approvata la riforma. Diviene l’occasione, per il sindaco di Siracusa, per intervenire sulla vicenda del riesame delle prescrizioni Aia alla Isab-Lukoil. Tema su cui si sono divisi sindaci e sindacati, opinione pubblica e politica regionale.
“L’approvazione, in via definitiva alla Camera, della proposta di legge che prevede l’inserimento tra i principi fondanti della nostra Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, sancisce in modo inequivocabile che l’iniziativa economica privata non possa svolgersi in modo tale da recare danno alla salute e all’ambiente”, esordisce Francesco Italia.
“In seguito alle più o meno strumentali prese di posizione lette a valle dell’approvazione delle prescrizioni Aia da parte del ministero nei confronti della società Lukoil, ritengo di dover ulteriormente rivendicare e difendere le azioni che l’amministrazione comunale ha coerentemente compiuto negli ultimi 8 anni e che hanno portato alla situazione attuale. Le prescrizioni oggetto di discussione non nascono in modo casuale o vessatorio, ma sono perfettamente in linea con le emissioni dichiarate dall’azienda, e con le direttive europee, e mirano alla tutela della salute pubblica che, in nessun caso, come il nostro parlamento ha appena ribadito, può essere barattata con l’attività imprenditoriale o, peggio, con l’occupazione. La mai celata e presunta incompatibilità tra salute e occupazione è assolutamente inaccettabile sotto ogni profilo – sottolinea il sindaco di Siracusa – e non siamo in alcun modo disposti a mediare su ciò che consideriamo il presupposto di ogni discussione. Oggi, anche tramite le risorse del Pnrr, esistono le condizioni tecniche ed economiche affinché la tutela del lavoro e lo sviluppo della zona industriale, a cui nessuno vuole e deve rinunciare, siano coerenti con le normative ed il pieno rispetto dell’ambiente. Non basta il greenwashing, non servono petizioni di principio, ma investimenti, progetti, scadenze e la piena responsabilità di tutti i protagonisti”.