L’amore diventa sport, così Giovanni e Salvuccio corrono a dispetto della distrofia
C’è una storia di sport e di amore puro. Inizia tanti anni fa, in provincia di Siracusa, e prosegue ancora oggi, come ogni amore vero, eterno per definizione. E’ la storia di un padre e di un figlio. Si chiamano Giovanni e Salvatore Bell’Arte. Giovanni è un assistente capo coordinatore della polizia. Lavora al commissariato di Avola. Andrà in pensione tra qualche anno ma non si risparmia. Suo figlio, Salvatore, che tutti chiamano Salvuccio con affetto, ama lo sport, quanto Giovanni. Da piccolo gli hanno diagnosticato una distrofia muscolare congenita. Una scoperta, in quel momento, che è stata un colpo durissimo per tutta la famiglia. Giovanni e la moglie Paola si sono giurati che avrebbero fatto di tutto perchè Salvuccio non avesse rimpianti nella vita, per fargli vivere le emozioni della sua età, come tutti gli altri coetanei. E lo fanno sul serio. Giovanni e Salvatore corrono. Il padre spinge , Salvuccio vibra con lui, ci mette tutta l’emozione, la speranza, l’adrenalina tipica delle gare. Corrono così e hanno all’attivo diverse competizioni. L’ultima, la mezza maratona Città di Avola. A raccontare la loro storia è Massimo Boscarino, segretario provinciale Adp Siracusa. “Sono un esempio di amore puro- racconta parlando della famiglia Bell’Arte- E ‘ proprio vera quella frase che dice che c’è quello che la vita ti dà e quello che tu decidi di farne. E ‘ dall’unione di queste due cose che diventi quello che sei”