Le bollette idriche e l’adeguamento tariffario retroattivo: ecco cosa è successo

 Le bollette idriche e l’adeguamento tariffario retroattivo: ecco cosa è successo

La pagina di spiegazioni allegata alla bolletta idrica recapitata in questi giorni ai contribuenti siracusani, non ha chiarito tutti i dubbi. Si parla di “aggiornamento tariffario deliberato da ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente)” approvato dall’Ati di Siracusa a giugno 2022, cosa che comporta “un aumento delle tariffe del servizio idrico per il periodo 2020-2023”.
Sulla base di questo provvedimento, è scattato il recupero delle differenze di tariffazione di due anni (2020-2021). Somme che Siam, il gestore del servizio idrico a Siracusa, “per venire incontro agli utenti” ha distribuito in due bollette.
In concreto, l’adeguamento tariffario comporta un aumento del 5,40% circa, per annualità. Sorpresa tra gli utenti, soprattutto a causa della retroattività dell’aggiornamento e la sua portata temporale (due anni pregressi). Rabbia canalizzata sui social all’indirizzo del sindaco di Siracusa, la cui unica responsabilità – invero – è quella di essere presidente dell’Ati Siracusa, ovvero l’Assemblea Territoriale Idrica.
Proviamo a chiarire, allora, tutti i passaggi della storia. E partiamo da Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, ovvero l’autorità di garanzia di settore. E’ Arera che gestisce il pallino delle tariffe idriche in Italia e, alla fine di dicembre del 2019, approva il nuovo modello tariffario, il MTI3, attraverso una complessissima formula matematica che funge da moltiplicatore tariffario con vincolo ai ricavi del gestore del servizio idrico. Roba da mal di testa tra theta, sigma e formulari assortiti.
Fatto sta che il nuovo modello si applica a posteriori, sulla base di un controllo dei dati relativi ai bilanci dei due anni precedenti, come presentati dal gestore. In buona sostanza si basa su una regolazione a posteriori delle tariffe ragionate sui dati di bilancio dell’anno n-2: quindi, per il 2020, sui dati del 2018, per il 2021 sui dati del 2019, e così via. E’ quindi lo stesso sistema che non prevede l’adeguamento “in diretta”, come invece avviene per l’energia elettrica e per il gas. E ciò viene confermato anche dalla lettera e) del paragrafo 2.1 dell’articolo 2 della Deliberazione Arera 580/2019 che prevede, tra le componenti di costo, “i conguagli, necessari al recupero di costi approvati e relativi alle annualità precedenti.”
Ciascun gestore può richiedere l’aggiornamento tariffario sulla base di una serie di fattori economici e finanziari che possono essere oggetto di controllo. L’Ati, ricevuta la richiesta del gestore, deve istruire la pratica approvata e caricare la documentazione sul sistema informativo di Arera. Trascorsi 90 giorni senza che l’Autorità abbia chiesto chiarimenti o altro, la richiesta si considera tacitamente approvata.
Facciamo due conti. L’Ati Siracusa ha caricato la pratica a giugno 2022 e l’Arera ha facoltà, di fare eventuali correzioni, entro 90 giorni.
L’Ati Siracusa poteva bloccare l’adeguamento? La legge non le consente questa facoltà. Se, ad esempio, l’Autorità d’ambito non avesse provveduto a caricare sul sistema informativo l’istanza del gestore, l’Arera l’avrebbe diffidata ad adempiere entro 30 giorni, trascorsi i quali il gestore, potendo ritenere comunque approvata la sua proposta, la trasmette autonomamente all’Autorità di regolazione per la valutazione e l’approvazione. L’inadempimento da parte dell’Ati avrebbe prodotto sanzioni.
Cosa poteva fare, allora, nel concreto l’Ati Siracusa? Poteva procedere ad una verifica sugli elementi di costo per accertare la congruità dei dati inseriti sul sistema dell’Autorità di regolazione. Lo ha fatto? La struttura tecnica dell’Ati Siracusa risponde in maniera affermativa, spiegando che i controlli sono stati condotti a campione, in alcuni casi, ed in maniera puntuale, in altri.
Perchè il recupero delle somme scatta dal 2020 e con conguaglio retroattivo? Dividiamo la domanda in due parti, ed iniziamo dalla data di gennaio 2020. Per quanto, forse, piacerebbe a molti poter dare colpe a livello locale, quella data non è un capriccio dell’Ati Siracusa, del Comune o di Siam. L’articolo 7 della deliberazione Arera, relativo all’applicazione dei corrispettivi all’utenza, indica proprio la decorrenza 1° gennaio 2020 per i gestori del servizio idrico, con metodo di calcolo tariffario fino al 2023 che – semplificando – parte dalla tariffa 2019 moltiplicata per il valore theta approvato dall’Autorità e relativo alle annualità successive, fino appunto al 2023.
Indicato quindi il perchè del periodo, concentriamoci sulla seconda parte della domanda: perchè conguaglio retroattivo? Sempre l’articolo 7 della deliberazione Arera 580/2019/R/IDR chiarisce che la differenza tra i costi riconosciuti sulla base delle tariffe provvisorie ed i costi riconosciuti sulla base dell’approvazione del modello tariffario “sarà oggetto di conguaglio successivamente all’approvazione da parte dell’Autorità”. E questa citata “approvazione dell’Autorità” deve intendersi – come illustrato in precedenza – tacita ed effettiva dai primi di ottobre.
Se le spiegazioni – seppur complesse – ci sono e, forse, chiariscono la catena di competenze che conduce all’adeguamento delle tariffe, non bastano a togliere la sensazione di amaro in bocca ai contribuenti siracusani, in una stagione di aumenti costanti ed in ogni settore. E’ probabile che questa ondata di reazione possa convincere l’Ati Siracusa ad avviare una istruttoria immediata. E’ nelle sue prerogative e può controllare che l’incremento tariffario, nella misura e nella decorrenza, sia stato effettuato nel rispetto della legge. Un gesto che sarebbe probabilmente apprezzato dall’opinione pubblica locale ma che, nello specifico, non porterebbe ad un reale cambiamento della situazione visto che tutti i passaggi di legge elencati sono stati rispettati e seguiti.
Semmai, questo modello aumenta la preoccupazione sugli ulteriori adeguamenti che potrebbero scattare nel 2024 su base 2022, comprensivi quindi degli spaventosi costi di energia elettrica richiesti dal sistema idrico vetusto del capoluogo, sospinti dalla raffica di aumenti di questi mesi.

 

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