Le fiamme, la distruzione. La testimonianza, “Ho visto bruciare tutto, c’è un disegno criminale”

 Le fiamme, la distruzione. La testimonianza, “Ho visto bruciare tutto, c’è un disegno criminale”

“Una giornata fatta solo di paura. Abbiamo assistito, impotenti, al disastro che si è consumato sulla Balza delle Mura Dionigiane. Non è rimasto niente”. Le parole di Carmela Pupillo, imprenditrice siracusana, anima delle Cantine Pupillo, sembrano partire direttamente dal cuore.
Dopo la terribile giornata di incendi che Siracusa ha vissuto ieri, oggi resta la grande amarezza e la rabbia di chi da anni solleva un problema che, nelle scorse ore, ancora una volta, si è reso fin troppo evidente, arrivando a distruggere tutto.
“Da anni parliamo dell’ultimo polmone verde di Siracusa Nord- racconta Carmelo Pupillo- e adesso è andato tutto in fumo, tutto bruciato, niente più ulivi, niente più macchia mediterranea. Abbiamo visto gli animali bruciare sotto i nostri occhi, tentare disperati di fuggire”.
Uno strazio reso ancor meno sopportabile dai precedenti, da quella chiara sensazione, poi divenuta certezza, della mancanza di un impegno serio da parte di chi di competenza. Carmela Pupillo, nonostante il coinvolgimento emotivo, traccia una disamina lucida sull’accaduto.
Parla delle otto ore trascorse nella sua tenuta, prima che arrivassero i soccorsi. “Ci siamo accorti dell’incendio alle 13:30 – il suo racconto- Intorno alle 22:30 sono arrivati i Carabinieri, con una camionetta, insieme ad un mezzo della Protezione Civile. Per 8 ore nessuno ha risposto e quando ho ottenuto un riscontro, è stato per apprendere che non c’erano mezzi, nemmeno per raggiungere l’area in volo. Ogni anno è così ma questa volta quello che è successo ha cancellato tutto”.
L’imprenditrice continua mettendo in rilievo diversi aspetti. “Dietro tutto questo c’è un disegno criminale- premette-Chi ha provocato l’incendio deve essere certamente punito, le pene stesse vanno inasprite. Ci sono, però, delle responsabilità, a tutti i livelli, perché non esiste una programmazione e ogni anno ci ritroviamo a piangere sugli incendi. La nostra azienda -spiega ancora- rientra totalmente all’interno dell’area del Parco delle Mura Dionigiane. A cosa serve, mi chiedo, averlo perimetrato? Il cambiamento climatico ci investe da decenni e non è mai stato mosso un dito. Nessuno si è mai alzato- il riferimento è alla classe politica e dirigente- per dire: abbiamo fallito”.
Dalla tenuta di Targia Carmelo Pupillo è andata via solo in nottata, dopo un ulteriore tentativo di spegnere un fronte che nel frattempo stava ripartendo. Non ne fa affatto una questione economica. Il suo dispiacere è di altro genere. “Gli impianti produttivi non bruciano – spiega – perché sono puliti . La nostra è sempre stata un’azienda anche di paesaggio, di conservazione della biodiversità- Sulla balza avevamo piante reliquia di moscato, reliquie che conservavamo nel loro habitat senza fini di natura produttiva; i canneti, le zone di macchia mediterranea. Le teniamo come rifugio e conservazione di zone per la flora e per la fauna. Anzi, le tenevamo. Oggi, purtroppo, non c’è più nulla”.

 

Potrebbe interessarti