Le preoccupazioni della zona industriale, il sindaco di Priolo incontra i sindacati
Non si abbassa la tensione che attraversa la zona industriale siracusana. Il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, ha incontrato questa mattina i rappresentanti delle organizzazioni sindacali provinciali e regionali. Al centro della discussione, le preoccupazioni legate a paventate chiusure ed il rischio disoccupazione.
“Abbiamo ripreso un ragionamento che parte da lontano – ha sintetizzato il primo cittadino – perché la crisi industriale è già in atto da diversi anni. Ai noti problemi si è aggiunta la pandemia e adesso anche la guerra, che completa le difficoltà in cui ci troviamo. La scorsa settimana sono stato a Roma per incontrare, insieme ad altri, Bruno Tabacci, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio. Ieri – ha continuato Pippo Gianni – mi sono recato a Catania per un nuovo incontro e per continuare il dialogo intrapreso. Tabacci ha garantito che si farà carico di parlare con Draghi per attenzionare le problematiche della provincia di Siracusa e della zona industriale”.
Reiterata anche nell’incontro odierno la richiesta di un tavolo tecnico in sede ministeriale. “Vogliamo capire qual è l’intenzione del Governo nazionale rispetto alla Sicilia e a questa provincia. Non sappiamo – ha concluso il sindaco Gianni – se a fine dicembre o a gennaio ci sarà l’embargo del petrolio russo; io spero di no, come spero che finisca anche la guerra, ma nel frattempo mi preoccupo di capire cosa fare se dovesse proseguire questo conflitto, in caso di embargo e se dovesse esserci un management russo pronto ad indirizzare la gestione della raffineria in un determinato modo. L’unico obiettivo è garantire il futuro della raffineria e la continuità occupazionale di tutti i lavoratori della zona industriale”.
Sul fronte sindacale, Vera Carasi (Cisl) ha ricordato la recente richiesta di istituzione di area di crisi industriale complessa, ancora senza seguito, e la necessità di programmare un percorso che possa facilitare la transizione energetica e la decarbonizzazione. “Il problema della guerra preoccupa”, ha detto la Carasi. “Il primo gennaio 2023 è un’ombra che aleggia, con le sanzioni all’embargo russo che interesserebbero la Lukoil di Priolo e che in una ipotesi malaugurata trascinerebbe dietro di sé tutto l’intero polo industriale. Fermo restando che la guerra è un fatto imprevedibile e legato a un periodo ben circoscritto, quello che rimane è la crisi nella zona industriale legata alla transizione energetica. Necessita che tutti insieme ci si attrezzi, perché abbiamo la dichiarazione di area di crisi complessa che langue al MISE e il Governo dovrebbe dare risposte al territorio affinché si proceda; il 2030 è vicino, quindi il traguardo ci vede impegnati con un obiettivo a breve termine”.