Le storie di Muritada, Kone e Okoye. Dal Santa Lucia al Canicattini, un… calcio all’integrazione
In questi giorni si parla tanto di integrazione e diritti umani con la vicenda Sea Watch. Nello sport da tempo determinate “barriere” sono state superate perché lo sport è soprattutto integrazione e solidarietà a determinate latitudini. Come nel calcio e in Prima categoria soprattutto, dove esistono tante società che del calcio ne fanno proprio una questione di… accoglienza. Prendete il Santa Lucia Siracusa ad esempio e il Canicattini. Da qualche settimana sono riusciti a tesserare giovani che sono approdati non molto tempo fa da queste parti e che adesso frequentano la scuola e il campo sportivo. Il calciatore del Santa Lucia si chiama Ibrahim Muritada, ha 17 anni e frequenta l’Alberghiero. “Ho dovuto lasciare il mio paese per guadagnarmi da vivere, la mia famiglia non stava bene e non c’erano soldi dunque sono andato via dal Burkina Faso e sono venuto in Italia nel 2017 e adesso qui mi sento a casa”. Storie toccanti come quelle di Kone Nouhoun centrocampista del 2000 che proviene dal Mali e Okoye King Emmanuel, attaccante esterno anch’egli classe 2000 che invece arriva dalla Nigeria. Tutti perfettamente integrati e diventati simboli e idoli di comunità che con il calcio ha proprio voglia di dare una lezione al mondo.
Nel collage di foto, da sinistra Muritada del Santa Lucia, Okoye del Canicattini e sotto Kone con i dirigenti del Canicattini, Di Maria e Cultrera.