Lele Scieri, procura militare avoca a sè le indagini? L’avvocato: “cerchiamo di capire”
La Procura generale Militare di Roma vuole avocare a se le indagini sulla morte di Lele Scieri. Dopo aver risposto ai tempi con una archiviazione e dopo le decise mosse della Procura di Pisa che ha riaperto le indagini per omicidio, arriva improvvisa ed inattesa la decisione del procuratore generale militare di Roma, Marco De Paolis. Nei giorni scorsi ha richiesto la trasmissione degli atti di indagine sul caso della morte del parà siracusano “per competenza e giurisdizione”.
Il fondamento giuridico è basato sul fatto che i presunti autori del reato e la vittima erano militari e che tra di essi c’era differenza di grado, visto che gli indagati erano caporalmaggiori in comando: in questo caso entra in vigore l’articolo 195 del Codice penale militare di pace. La richiesta di avocazione delle indagini sarebbe propedeutica all’avvio di un procedimento penale militare per “violenza con omicidio contro inferiori in grado”. Se i protagonisti fossero stati dei pari grado la competenza sarebbe stata della Procura ordinaria. La decisione sul conflitto di giurisdizione è della Cassazione, ma richiederà del tempo.
Esiste però una consolidata prassi per cui, in questi casi, viene data la “precedenza” a chi indaga sul reato principale. Ed in questo caso sarebbe la Procura ordinaria di Pisa.
Probabilmente, però, si potrebbe in realtà essere di fronte ad una richiesta in supplenza della Procura Militare di Roma, in quanto competente anche sulla Toscana, senza volontà di avocazione delle indagini ma valutazione degli atti per decidere eventualmente il da farsi. Il chiarimento definitivo potrebbe arrivare nelle prossime ore dall’avvocato della famiglia Scieri, Alessandra Furnari, in contatto con il procuratore di Pisa.