Incidente al Porto Grande, chi paga i danni? “Nessuna notizia, qui in cassa integrazione”
Rischia di comportare conseguenze ancor più serie del previsto la vicenda legata all’incidente della mattina dell’Epifania al Porto Grande, quando una nave Msc, mentre un evento meteo estremo colpiva Siracusa, ha rotto gli ormeggi e, con la sua mastodontica stazza, è arrivata fin dentro il Marina Yachting arrecando danni ingenti. A distanza di quasi un mese, il sindaco di Siracusa, Francesco Italia non nasconde la propria preoccupazione per l’atteggiamento che la compagnia starebbe assumendo nella fase in cui occorrerebbe stabilire responsabilità ed entità dei danni da risarcire. “Spero di sbagliarmi- premette il primo cittadino-Ma sembra che ci sia una difficoltà ad individuare l’interlocutore definitivo con cui rapportarsi in questa vicenda. Mi auguro che la serietà di questa multinazionale sia confermata anche in questa occasione e che i tempi così lunghi siano determinati da un mero problema di contingenza”. Poi chiarisce un aspetto. “Una cosa è essere ospitali- precisa Italia- altro è consentire che gli ospiti vogliano uscire indenni da una situazione che grava pesantemente sulla città”.
Secondo indiscrezioni, nonostante siano in corso procedure ed interlocuzioni, non sarebbe ancora chiaro chi si assumerà la responsabilità di quanto accaduto. Marina Yachting avrebbe subìto non solo i danni di superficie e quelli che possono aver riguardato i fondali, come le catenarie, ma anche danni economici in termini di contratti disdetti, vista l’impossibilità di garantire il servizio, per la prossima stagione e probabilmente anche per la successiva. Sono state avviate le procedure per la cassa integrazione dei dieci dipendenti e, nel frattempo, sono state attivate tutte le strade che possano condurre ad una soluzione. “I tempi sono lunghissimi- spiega il fondatore di Marina Yachting, Luigi Crispino- Ci sono dei passaggi tecnici che vanno avanti con tempistiche elefantiache e, al momento, senza che ci sia ancora una chiarezza sull’interlocutore definitivo. Certamente non abbiamo visto una tempestiva azione da parte della nave (di proprietà inglese, bandiera panamense e armatore diverso dal proprietario). Noi non siamo il loro principale pensiero, loro sono, però.il nostro e quello di tutti i nostri diportisti e delle aziende che, senza il nostro approdo ed i nostri servizi, non possono a loro volta svolgere la propria attività. Non sanno dove potranno ormeggiare la prossima estate e si presenta dunque anche un problema di adempimenti commerciali”.
I tempi di intervento resterebbero lunghi anche se la questione si sbloccasse a breve, soprattutto per via dei lavori da effettuare sott’acqua e per la ricostruzione dei pontili . Nel frattempo ci sarebbe stato un accesso agli atti e la Capitaneria di Porto starebbe facendo da canale di collegamento tra Siracusa e la Msc.
“Non si è forse nemmeno capito che rischio ulteriore abbiamo corso- ribadisce Crispino- La nave avrebbe potuto danneggiare tutto il Molo Zanagora. La tutela del nostro territorio e della nostra imprenditoria deve essere garantita- prosegue – Siamo professionisti e persone con i piedi per terra. Comprendiamo che ci sono dinamiche che prevedono tempistiche lunghe e processi più o meno complessi. Siamo animati da spirito di collaborazione ma stiamo in ogni caso agendo a tutela degli interessi dei diportisti, delle aziende e nostri stessi. Il danno arrecato alla città ed al suo turismo – conclude – è davvero enorme”.