L’incidente dell’Epifania al Porto Grande, tensione alle stelle. Marina Yachting pronto ad “azioni pesanti”

“Il Marina Yachting non chiuderà, faremo il possibile per restare “a galla”, ma di certo dovranno passare degli anni e nel frattempo continuiamo a fare le spese di una vicenda che subiamo e che penalizza soprattutto i dipendenti”. L’imprenditore Luigi Crispino annuncia, a circa nove mesi dall’incidente della mattina dell’Epifania al Porto Grande, l’intenzione di “attivarsi pesantemente. Abbiamo atteso con pazienza per oltre otto mesi-premette- ma a tutto c’è un limite e a giorni partiranno le varie azioni che abbiamo deciso di avviare”. La mattina del 6 gennaio scorso una nave Msc, mentre un evento meteo avverso colpiva Siracusa, ha rotto gli ormeggi e, con la sua mastodontica stazza, è arrivata fin dentro il Marina Yachting arrecando danni ingenti. A nulla sarebbero valse le interlocuzioni avviate nell’immediato tra le parti. Nessun accordo è stato raggiunto e l’offerta avanzata dalla compagnia è stata ritenuta incongrua. “Risibile- prosegue Crispino- ridicola. Tutti gli altri sono stati risarciti, alcuni per il 100 per cento dei danni subiti. Gli unici a rimanere a leccarci le ferite, avendo peraltro sostenuto delle spese per mettere in sicurezza i pontili siamo noi”. Crispino si pone e pone diversi interrogativi, a cui auspica possa arrivare una risposta da parte della magistratura. “Un’ordinanza della Capitaneria di Porto- spiega Crispino- era stata adottata sulla scorta delle previsioni meteo per quelle ore. Non sappiamo se quanto disposto sia stato pedissequamente osservato. La fortuna è stata che la nave Msc si è incagliata. In caso contrario avrebbe letteralmente schiacciato l’intero Molo Zanagora”. L’interlocuzione sembra essersi,dunque, interrotta viste le posizioni irremovibili e opposte. “La Msc sostiene che gli strumenti di bordo hanno rilevato una raffica di vento anomala- racconta Crispino- Gli strumenti sul territorio, invece, forniscono dati differenti”. Che stia per aprirsi una nuova pagina legale su questa vicenda appare evidente nelle parole di Crispino. “Siamo fiduciosi, sappiamo di avere ragione e crediamo in una sicura vittoria e nel recupero dei danni, non solo materiali, ma relativi alla perdita di attività. Alcuni tra i nostri storici clienti sono stati costretti a spostarsi a Marzamemi o ad Augusta. Ci chiedono quando riapriremo e io so che ci vorranno anni. Ma qualcuno dovrà fornire risposte a tutte le domande rimaste in sospeso in questa vicenda”. Infine un riferimento alle istituzioni ed alla politica locale. “Nessuno ha speso nemmeno una parola – commenta Crispino- Inutile che tutti parlino di turismo se si agisce poi in questo modo. Il turismo diportistico- conclude- è ricco, remunerativo per il territorio, distribuisce subito denaro. La maggior parte dei clienti desidera un servizio all’approdo, non solo la banchina. Di tutto questo qualcuno – conclude l’imprenditore siracusano- dovrebbe tener conto”.