L’intervento: “Pillirina riserva subito si può ma attenzione al nodo ente gestore”

di Salvo SALERNO
Avvocato esperto di diritto dei Beni Culturali

“Il traguardo della istituzione della R.N.O. (Riserva Naturale Orientata) di Capo Murro di Porco e Penisola della Maddalena è da molti anni, ‘a portata di mano’.
Non c’è stata Riserva più concertata e partecipata di questa, lo dico per rispondere ai rilievi in tal senso posti dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 212/2014 che aveva cassato due articoli, in materia di partecipazione, della Legge siciliana sulle Riserve.
Dal testo del Decreto 17 luglio 2015 dell’Assessore Regionale Territorio e Ambiente (che iscrive la nostra Riserva nel Piano Regionale delle Riserve) si apprende infatti che la R.N.O. Capo Murro di Porco e Penisola della Maddalena, a quel tempo era già dotata di cartografia, perimetrazione dei confini, zonizzazione, e persino del Regolamento.
E non è finita, perchè l’istituenda Riserva vantava un parere favorevole in data 8 luglio 2015 della IV Commissione Ambiente e Territorio dell’A.R.S., di ben due pareri tecnici del Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale, il secondo dei quali, del 28 aprile 2015, aveva definitivamente controdedotto alle osservazioni delle 4 ditte private (tra cui Elemata srl), in esito a un procedimento pubblico e partecipato.
Ed ancora, particolare fondamentale, la Riserva disponeva del verbale in data 23 aprile 2015 della Conferenza tra l’ARTA e gli enti locali siracusani per l’intesa sulla istituzione della medesima. Più partecipazione di così..!
E tuttavia il procedimento, da quel 23 aprile 2015, si arrestava. Anzi, il Comune di Siracusa, in persona del vicesindaco pro tempore, Francesco Italia, scordatosi della Riserva, stipulava, il 21 aprile 2015, un Protocollo d’Intesa con l’Agenzia del Demanio, dando via libera, sotto il profilo urbanistico, alla ‘valorizzazione’ in altre parole, per farvi un Resort, del compendio immobiliare del Faro di Capo Murro di Porco. Eppure, fin dall’aprile di tre anni prima, il Comune di Siracusa sapeva, per averne ricevuto informativa ufficiale con nota prot. n. 22133 dell’11 aprile 2012 dell’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente, che c’erano già pronte perimetrazione, zonizzazione e Regolamento, con le norme del Piano di Gestione dell’area S.I.C. che vietavano e vietano la destinazione ricettiva di quegli immobili. La vicenda giudiziaria, durata fino a praticamente ieri, che seguiva a questa sciagurata ‘valorizzazione’ del Faro di Capo Murro di Porco, ha determinato il blocco del procedimento istitutivo, per responsabilità politiche dell’amministrazione comunale, che sono ormai evidenti.
Adesso occorre dar seguito alla mera lettera inviata dal Sindaco alla Regione e, se questa non riscontrerà, servirà formalizzare un atto rituale del procedimento di Conferenza di Servizi e poi si vedrà.
Intanto va avvisato che l’insistita chiamata in causa, da parte del Sindaco e dell’Assessore Granata, del Consorzio per l’AMP del Plemmirio – addirittura si parla di un CdA, tenutosi nell’ottobre 2021, nel quale l’AMP si sarebbe proposta come Ente Gestore – è un passo che, oltre ad apparire bislacco e infondato giuridicamente, è suscettibile di recare nuovo nocumento e ritardo all’iter istitutivo. Ricordo che la Legge regionale 98/1981 sulle Riserve regionali, prevede un elenco tassativo di Enti Gestori (le Province regionali, l’Azienda regionale delle Foreste Demaniali, le associazioni naturalistiche, le Università, i Comuni) e non si può subappaltare una gestione istituzionale.
Personalmente mi auguro che la Riserva, una volta istituita, venga affidata alla gestione di un Ente tecnico come l’ex Azienda Foreste Demaniali oppure all’Università. Guardando alla pessima prova, come sopra illustrata, fornita dal Comune di Siracusa in questa vicenda (ma anche ricordando la deludentissima prestazione della Provincia Regionale sulla Riserva del Ciane), spero proprio che l’A.R.T.A. non affidi una Riserva così importante come Capo Murro di Porco e Penisola della Maddalena a Enti Locali che non hanno brillato nel comune sentire per competenza e professionalità verso i valori ambientali e paesaggistici”.