Lo sgombero dei migranti a Cassibile, le reazioni dopo l'operazione di questa mattina
Sono stati murati gli accessi alle casette del borgo vecchio di Cassibile che erano state occupate abusivamente da migranti presumibilmente impegnati nella raccolta in atto nelle campagne del territorio. Materassi, reti, poche suppellettili sono state radunate all’esterno e poi raccolte dagli addetti del servizio di igiene urbana.
Le reazioni non mancano. Roberto Alosi, segretario provinciale della Cgil si mostra preoccupato. “Dare una mano agli altri vuol dire migliorare tutti, perché la società è un insieme. Siracusa sappia tradurre il sapere del passato nella grammatica del presente e non smarrisca il senso storico dell’inclusione, Cassibile non infranga il simbolo dell’accoglienza e dell’integrazione”, le sue parole. Il sindacato chiama in causa l’amministrazione comunale di Siracusa “affinché risponda ai bisogni di una comunità da troppo tempo trascurata nei diritti di cittadinanza sotto il profilo dei servizi e del decoro urbano. E nessun esponente politico strumentalizzi il principio sovrano di umanità che impone soccorso e accoglienza, ospitalità e assistenza a immigrati, profughi e vittime di catastrofi. Vorrei fare presente che i migranti che arrivano a Cassibile per i grandi raccolti stagionali, anche in piena pandemia hanno garantito il cibo sulle nostre tavole; eppure sono costretti, sotto gli occhi di tutti, a vivere in pessime condizioni igienico-sanitarie, a subire abusi e forme di sfruttamento incontrollato. Sono anni che la Cgil chiede il collocamento pubblico in agricoltura affinché il rapporto fra domanda e offerta non avvenga, come succede ancora oggi, nelle piazze e nelle mani dei caporali”.
Anche Lealtà&Condivisione, peraltro forza politica presente in giunta, non nasconde la propria contrarietà verso lo sgombero coatto operato. “Pare che questa situazione, e non la disumana condizione delle persone, abbia turbato qualcuno, determinando l’allontanamento forzato degli abusivi. Ci auguriamo che dietro l’intervento ci sia realmente la volontà di preservare l’integrità delle persone dai pericoli connessi alla fatiscenza dei fabbricati. Se così non fosse, riterremmo paradossale, anche dal punto di vista etico, prendersela con persone estremamente fragili, richiamate sul posto per soddisfare la consueta domanda di lavoro di imprenditori locali ed il fabbisogno alimentare di molte famiglie siracusane”. Questo il pensiero di Ezio Guglielmino. “Non esiste, allo stato, un problema di ordine pubblico, esiste un problema, notevole, di ordine sociale che può, se non gestito nel modo giusto, deflagrare in problema di ordine pubblico. Dobbiamo evitare che ciò avvenga. E questo è possibile se si lavora con decisione e tempestivamente sulle cause, rinunciando alla facile illusione di poter fronteggiare il problema alla stregua di una ordinaria attività di polizia. Non è la nostra linea e non asseconderemo mai un simile approccio. Occorre, nell’immediato, attivare ricoveri dignitosi anche se temporanei, con il contributo della Protezione civile e della Croce Rossa. In questa direzione l’unica autorità che può rendere praticabili soluzioni emergenziali è la Prefettura e fanno bene i sindacati a chiedere la riapertura del tavolo di concertazione insediato a novembre 2019, che pure qualche frutto ha prodotto”.
Durissimo il commento dell’attivista, e giornalista, Massimiliano Perna. “Mentre istituzioni, sindacati, associazioni spendono mille parole, abbozzano documenti per ripetere quello che non riescono a fare e che da tre anni ruota attorno a promesse e rinvii, intanto il primo atto è contro i braccianti. Dove andranno questi lavoratori? Qualcuno ha chiesto per quali aziende lavorano? Adesso arriveranno le solite parole di circostanza, la legalità, ecc. D’altra parte il Sindaco dei diritti umani lo aveva detto: non sappiamo come accoglierli, ma saranno sgomberati tutti i campi abusivi. La mattina, però, quando arrivano i caporali, alla legalità non ci pensa nessuno”.
Tiziana Biondi, nome di primo piano per l’associazionismo siracusano, rincara la dose. “Invece di agire , individuando i veri responsabili di tutto questo, ossia i datori di lavoro o per meglio dire gli schiavisti e gli sfruttatori, le istituzioni e chi di competenza si accaniscono, in maniera disumana contro questi ragazzi usati e poi buttati via quando non servono più. I migranti pur essendo una grande risorsa per tante aziende e per il territorio, vengono trattati come la causa di un male che invece è da cercare altrove”.
E con il primo sgombero si presenta anche il rischio di una nuova baraccopoli. Perchè chi aveva trovato rifugio dentro quelle case fatiscenti ora dovrà trovare nuovo riparo di fortuna.