L’Oikos funziona come attrazione turistico-culturale. E se restasse esposto al Vermexio?

 L’Oikos funziona come attrazione turistico-culturale. E se restasse esposto al Vermexio?

La ricostruzione dell’Oikos in piazza Duomo ha catturato la curiosità e le attenzioni di turisti e passanti. La “casa del divino”, così come doveva apparire nell’VIII secolo A.C. quando venne fondata la Siracusa greca, è stata riproposta in scala e con l’utilizzo di materiali dell’epoca (legno d’ulivo, calce e canne), nell’ambito delle celebrazioni per il ventennale Unesco, in collaborazione con l’associazione Guide Turistiche di Siracusa.
E proprio le guide hanno illustrato sabato e domenica scorsi il senso di quell’antico monumento – le cui tracce archeologiche a metà degli anni 90 sono emerse grazie agli scavi diretti da Voza – che resterà esposto di fronte alla Cattedrale ancora qualche giorno. Un totem offre una serie di informazioni storiche ma per tutti la tentazione – irresistibile ed a prescindere – è quella di scattare una foto accanto all’Oikos, per strappare un ricordo particolare dalla visita a Siracusa. Piaccia o non piaccia – il giudizio è soggettivo – ha comunque arricchito l’offerta (anche culturale, di rimando) di una visita in Ortigia.
Un gradimento crescente che spinge a chiedersi se non sia il caso di prolungare, almeno sino a Pasqua, l’esposizione dell’Oikos in piazza Duomo. Quella installazione, in fondo, appare ai più meno impattante di quelle impalcature con reti svolazzanti che, ad esempio, occupano per il momento la facciata dell’ex museo.
In futuro, l’Oikos potrebbe essere conservato ed esposto nel cosiddetto Giardino di Artemide, all’interno di Palazzo Vermexio, poco distante dalla Carrozza del Senato. Sarebbero così esposti, uno accanto all’altro, due simboli identitari con l’Oikos al riparo dalle intemperie, in un luogo comunque aperto al passaggio di turisti e residenti.

 

Potrebbe interessarti