Mare privatizzato? Il piano di utilizzo divide, Salvare Augusta: "Revocare la delibera"
L’adozione del Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo ad Augusta fa discutere e divide. Il Consiglio comunale ha deliberato il via libera preliminare al Pudm. Ma non mancano le critiche, in particolare dalle associazioni ambientaliste, su tutte Legambiente e Natura Sicula, riunite nel coordinamento Salvare Augusta.
Lo strumento di programmazione, è la loro preoccupazione, apre ad una privatizzazione generalizzata delle spiagge tra lidi, solarium, approdi ed altro. Limitando lo spazio libero per la pubblica fruizione. Per questo ne chiedono la revoca in autotutela per gravi profili di illegittimità”.
Dubbi vengono avanzati anche sull’iter amministrativo: “è mancato il necessario esame da parte delle commissioni consiliari ma soprattutto il confronto con i cittadini e le associazioni”. Mancherebbe, inoltre, la previsione dello strumento “della possibile revoca e del diniego di rinnovo della concessione per quelle zone che si volessero meglio tutelare o destinare ad altri scopi (per esempio diniego di rinnovo per un’area dove sono stati realizzati pontili d’ormeggio e che ora il Piano vuole assegnare alla libera fruizione per la balneazione e attività sociali). Altrettanto grave – scrivono gli ambientalisti – che non sia previsto il ricorso alla sdemanializzazione/smilitarizzazione di aree attualmente inaccessibili poiché in mano al demanio della Marina militare ma che non hanno alcuna reale funzione di difesa (vedi Punta Izzo e Punta Carcarella)”.
Un emendamento presentato in Consiglio comunale, inoltre, inserisce nel Pudm di Augusta anche le “domande in itinere di concessione demaniale presenti sul portale della Regione e lo conformano alle destinazioni d’uso. Con il paradosso – secondo Legambiente e Natura Sicula – che le destinazioni d’uso verrebbero così stabilite dalle domande di concessione presentate piuttosto che il Pudm. Si tratta di un emendamento palesemente illegittimo”.