Marzamemi.Bomba carta per "convincerlo" a non ampliare il suo locale: cinque indagati
Estorsione in concorso.Dovranno risponderne cinque persone raggiunte da altrettanyi avvisi di conclusione indagini.Indagini condotte dal commissariato di Pachino e coordinate dalla Procura della Repubblica con il sostituto procuratore Andrea Palmieri. Si tratta di Teodoro Bisonte, 69 anni, Sebastian Alin Moise, 21 anni, Giuseppe Lorefice, 54 anni, Corrado Novello, 48 anni, tutti residenti a Pachino. Il reato contestato è tentata estorsione in concorso e, solo per il Bisonte Nicola, anche di detenzione illecita di bomba carta. Questi i fatti. La sera del 21 marzo 2016, veniva danneggiata gravemente la struttura in legno dell’esercizio commerciale La Pagoda di Marzamemi, in piazza Starrabba. In particolare, alcune tegole erano state divelte, altre frantumate ed un foro vistoso era stato praticato nel tetto. L’episodio veniva seguito, a distanza di pochi giorni, da altro avvenimento di danneggiamento della porta d’ingresso nella parte retrostante dell’esercizio. Le indagini, scattate immediatamente, verificavano come in realtà si trattasse degli ultimi di una lunga serie di danneggiamenti arrecati alla struttura nell’arco di un anno. I riscontri probatori effettuati, hanno permesso agli agenti di ricostruire gli eventi del 21 marzo. Quella sera, intorno alle 22.30 un gruppo di persone, dopo attenta perlustrazione, si era avvicinata alla struttura in questione e dopo una conversazione pianificatrice in loco, uno dei soggetti si era staccato dal gruppo e , accendendo del materiale esplodente, lo aveva lanciato sul tetto dell’esercizio. La deflagrazione ha provocato il grave danneggiamento al locale, facendo appunto saltare in aria i cocci delle tegole, perforando perfino il tetto. Le indagini espletate nei mesi a seguire, anche con attività tecniche, hanno consentito di acquisire elementi indiziari di particolare gravità a carico degli indagati mettendo in luce il movente dell’azione criminosa. In particolare, gli indagati in concorso tra loro, al fine di procurare con altrui danno un ingiusto vantaggio a favore di Bisonte e del figlio Nicola, gestori dell’attività di ristorazione Baywatc.L’obiettivo sarebbe stato “convincere” la vittima dell’atto intimidatorio a non ampliare i locali, con l’intento di potere utilizzare l’intera area demaniale.Intenzioni espresse anche verbalmente e rese quindi note al titolare dell’esercizio. Nel dettaglio, secondo gli inquirenti, Moise sarebbe l’autore materiale del lancio della bomba carta sul tetto del locale, istigatori sarebbero stati invece i Bisonte, mentre Giuseppe Lorefice e Corrado Novello sono ritenuti rafforzatori.