Mega impianto fotovoltaico della discordia: Granata, "Pronti alla mobilitazione popolare"

Torna d’attualità il dibattito sulla proposta di realizzare un grande impianto fotovoltaico all’ingresso di Canicattini Bagni, in territorio anche di Noto e Siracusa. Il parere positivo della Regione ha sorpreso non poco e le reazioni non si sono fatte attendere. Dopo il vicepresidente Anci Sicilia, il canicattinese Paolo Amenta, oggi anche l’assessore comunale di Siracusa, Fabio Granata, non nasconde le sue perplessità sulla scelta della Regione.
“Solo pensare di poter installare migliaia di pannelli solari per una estensione di oltre 100 ettari nel cuore del Parco degli Iblei, circondato da importanti siti Unesco, è una operazione gravissima e insostenibile. Se poi tutto avviene in sfregio alla volontà politica espressa delle amministrazioni di Canicattini Bagni, Siracusa e Noto, e della popolazione, prediligendo così l’interesse economico di pochissimi sulla volontà degli abitanti, diventa un fatto ai confini della criminalità”, ruggisce Granata.
Nei giorni scorsi, l’ assessorato regionale al Territorio e ambiente ha favorevolmente esitato la valutazione di impatto ambientale e la valutazione di incidenza ambientale del progetto di impianto fotovoltaico a terra della società Lindo srl di Roma, su un terreno agricolo di oltre 100 ettari, in località Cavadonna, lungo la Maremonti, alle porte del centro abitato canicattinese e vicino ai Comuni di Siracusa e Noto. Un progetto che comprende un cavidotto di ben 10 km che “cintura” Canicattini Bagni.
“Se Musumeci non interverrà subito per revocare le autorizzazioni partirà una grande mobilitazione del territorio contro questo inaccettabile sopruso. Ai primi del 2000 bloccammo, attraverso la mobilitazione popolare, le concessioni alle trivellazioni petrolifere nel Val di Noto. Con un mio vincolo proposto e accettato il Governo della Regione di allora chiuse il discorso. Oggi serve un segnale analogo e immediato”, annuncia Fabio Granata.
“Adesso appare più chiaro il temporeggiare infinito della Regione sul Parco Nazionale degli Iblei, la cui istituzione bloccherebbe l’operazione. Ma il territorio non resterà inerte neanche questa volta: certe operazioni che per favorire pochi devastano il territorio, non sono più consentite”.

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