Melilli. Pronta la tensostruttura frigo per il recupero delle salme dal motopesca di migranti
In poco meno di una settimana dovrebbe arrivare al pontile Nato di Melilli il relitto del peschereccio affondato nell’aprile del 2015 nel canale di Sicilia. A bordo, si stima, c’erano tra i 700 e i 900 migranti inghiottiti dal Mediterraneo.
Da diversi giorni la Marina Militare coordina il complesso intervento di recupero che si concluderà con il viaggio verso la banchina siracusana dove è stata già allestita una particolare tensostruttura realizzata dai Vigili del Fuoco, refrigerata, lunga 30 metri, larga 20 e alta 10, dove sarà collocato il relitto per l’estrazione delle salme. Garantite le massime misure di sicurezza seguendo le procedure stabilite per gli interventi di tipo nucleare – biologico – chimico – radiologico.
Da settimane le squadre si sono addestrate su imbarcazioni gemelle, sperimentando modalità di accesso, procedure e individuando i metodi più sicuri e di più facile penetrazione.
Pochi giorni fa, il 9 maggio, la Impresub Diving – azienda subacquea nel campo delle attività commerciali e industriali sottomarine – ha iniziato le operazioni di recupero. Il sistema è totalmente robotizzato, equipaggiato con telecamere e sistemi elettronici di controllo. E’ stato agganciato il relitto a 370 metri di profondità ed è stato sollevato dal fondo attraverso due braccia idrauliche, con l’appoggio della nave “Ievoli Ivory”.
In questo modo si è preparato il peschereccio al successivo sollevamento in superficie. Per non perdere salme, ancora all’interno del relitto, sono stati sigillati tutti gli accessi e installate delle reti nella parte poppiera.
Le condizioni meteo-marine non hanno permesso ad oggi significativi passi avanti.