Mercantile in stato di fermo nel porto di Augusta: carenze a non finire, pure cibo scaduto
Un mercantile è stato posto in stato di fermo nel porto di Augusta. E’ l’esito dei controlli eseguiti dalla Guardia Costiera. Alla nave sono state contestate numerose gravi carenze strutturali (eccessiva corrosione delle lamiere e presenza di fori sia sui ponti scoperti che dentro le stive del carico), numerosi malfunzionamenti degli impianti di sicurezza ed antincendio (impianto rilevazione incendi, impianto estinzione fisso in sala macchine ed apparati radio), degli allarmi di macchina e degli impianti di automazione, dei sistemi di illuminazione e di comunicazione d’emergenza.
Nel corso del controllo sono state riscontrate, inoltre, numerose carenze relative agli standard minimi di vita e sicurezza degli ambienti di lavoro in cui l’equipaggio è costretto a vivere e prestare la propria attività, tra cui la scarsa igiene delle cucine e della cambusa di bordo, l’inadeguatezza (per quantità e qualità) delle provviste alimentari, la presenza di cibo scaduto o avariato, la vetustà degli arredi delle cabine dell’equipaggio ed il malfunzionamento dei bagni di bordo, il mancato pagamento dello stipendio di tutti i marittimi imbarcati e la mancanza, per qualcuno di essi, di un valido contratto di lavoro. Il provvedimento di fermo sarà revocato soltanto successivamente alla eliminazione di quanto contestato.
Gli accertamenti a bordo rientrano nell’ambito dei controlli dello Stato di approdo (P.S.C.) del Memorandum di Parigi, firmato il 26 gennaio 1982, e che riunisce 27 Autorità Marittime, di cui l’Italia fa parte fin dalla sua costituzione.
Quella di ieri è la quinta nave straniera sottoposta quest’anno nel porto di Augusta a provvedimento di fermo PSC.