Meter lancia l’allarme: 1,49 Terabyte di pedopornografia in un solo link sull’app Signal
“In una sola mattinata, abbiamo segnalato alla Polizia Postale Italiana ed estera 46 link provenienti dalla piattaforma Signal, tra cui uno che mai avremmo immaginato di trovare. Abbiamo scoperto un archivio Mega – noto servizio di Cloud Storage e condivisione – contenente 1,49 terabyte, per la precisione 148.720 video e foto di materiale pedopornografico; la più grande quantità mai individuata su mega.nz nella nostra lunga battaglia contro la pedofilia. Foto, video, orrori indicibili che avrebbero potuto continuare a circolare nell’ombra, se non fosse stato per il nostro tempestivo intervento”. A lanciare l’allarme è Meter di don Fortunato Di Noto.
Per Meter è fondamentale trovare un accordo tra Signal e le forze dell’ordine per contrastare questo fenomeno. “Pur non essendo direttamente responsabile della diffusione di materiale pedopornografico, la politica di non collaborare con le autorità competenti per la rimozione di tali contenuti ne fa un complice morale. È importante che ogni individuo goda del diritto alla privacy, tuttavia questa non dovrebbe essere concessa ai criminali per nascondere i loro reati e continuare a mettere a rischio la sicurezza dei minori. Signal deve trovare un equilibrio tra la privacy e la sicurezza della società nel suo complesso”. Signal è un’applicazione di messaggistica che si distingue per l’uso avanzato della crittografia end-to-end, garantendo un livello di privacy elevato per gli utenti. “Tuttavia, proprio questa caratteristica rende la piattaforma un rifugio sicuro per reti criminali, come i gruppi pedopornografici, che sfruttano l’impossibilità di tracciare e monitorare i contenuti scambiati. Il rigido impegno di Signal nel tutelare la privacy, senza offrire strumenti per combattere gli abusi, sta alimentando una pericolosa deriva. Le reti criminali crescono proprio grazie all’assenza di controlli, trovando un terreno fertile dove le loro attività restano nell’ombra”, continua.
Meter chiede a gran voce azioni contro piattaforme come Signal “che, in nome della libertà digitale, stanno permettendo l’incontrollabile proliferazione di contenuti illegali. Le piattaforme di messaggistica non possono essere un’arma nelle mani dei criminali e chi le sviluppa deve avere responsabilità perseguibili penalmente di fronte a queste atrocità”.