Miasmi, 22 avvisi di conclusione indagine. Sasol si difende, Legambiente chiede nuova norma
La Procura di Siracusa ha emesso gli avvisi di conclusione indagini nei confronti di 22 persone, coinvolte nell’inchiesta “No Fly” del febbraio del 2019. Le attenzioni degli investigatori, con l’ausilio di tecnici specializzati, si erano concentrate sui cosiddetti miasmi ovvero su emissioni moleste in atmosfera. L’indagine ha riguardato gli impianti Versalis e Sasol ed i depuratori Ias e Tas su presunti sforamenti nei valori limite previsti per legge. Il periodo preso in considerazione va da gennaio 2014 a giugno 2016.
Nelle ore scorse, Sasol Italy ha diramato una nota con cui “conferma la sua piena fiducia nella magistratura e confida, una volta esaminati gli atti, di poter fornire tutta la documentazione a sostegno della correttezza del proprio operato”. Secondo i rappresentanti italiani del gruppo sudafricano, “lo stabilimento Sasol Italy di Augusta ha, infatti, già ottenuto conferma della piena aderenza degli impianti a tutti i requisiti di legge e alle BAT (migliori tecnologie disponibili) lo scorso 23 maggio 2019, quando la Procura di Siracusa, stante l’esito positivo delle verifiche tecniche, ha ordinato il dissequestro degli impianti”. Da Sasol Italy aggiungo anche che l’azienda “ha sempre dato assoluta priorità alla sostenibilità ambientale e ne sono prova i cospicui investimenti fatti soprattutto nell’ultimo decennio per lo sviluppo sostenibile, adottando i più moderni presidi ambientali, nel continuo rispetto delle prescrizioni normative e con l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili”.
Sul frante dell’ambientalismo, Legambiente anticipa la volontà di costituirsi parte civile in caso di richiesta di rinvio a giudizio degli indagati. “Da anni – rivendica l’associazione – denunciamo l’inquinamento provocato dalle emissioni nauseabonde provenienti dal polo industriale”. Ma Legambiente chiede anche maggiore attenzione sulla questione delle emissioni inquinanti “provenienti dalle navi che sostano ed operano nei porti di Augusta e Siracusa e che i periti della procura avevano evidenziato, trovando una precisa corrispondenza tra l’accosto della nave e le alte concentrazioni di inquinanti verificatesi. Su questo punto, anche alla luce della perdurante presenza di enormi navi passeggeri in sosta nei porti di Augusta e Siracusa, torniamo a chiedere l’elettrificazione delle banchine e regole atte a garantire sicurezza e tutela della salute”. A livello legislativo, l’associazione ambientalista accelera sulla richiesta di una nuova norma che ripari le attuali carenze “sui livelli di concentrazione delle sostanze come H2S, idrocarburi non metanici e benzene” e su tutti gli inquinanti
“attualmente non normati”.