Militare morto dopo il vaccino: “Non fu colpa di Astrazeneca”
Archiviazione per l’amministratore delegato di Astrazeneca, Lorenzo Wittum, indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Stefano Paternò, il militare deceduto il 9 marzo 2021 qualche ora dopo la somministrazione della prima dose del vaccino. La decisione è stata assunta dal gip del Tribunale di Siracusa. Si procedeva sull’ipotesi di omicidio colposo.
La Procura aveva già chiesto l’archiviazione per l’amministratore e per due sanitari, un infermiere dell’ospedale militare di Augusta in cui il vaccino fu somministrato e un medico del 118 intervenuto , in casa dell’uomo, per rianimarlo nel momento in cui il militare ha avvertito il malore che gli è poi stato fatale. Anche in questo caso la posizione era stata archiviata.
Le indagini hanno riguardato il lotto del vaccino utilizzato a Paternò. La fiala inoculata al militare è risultata regolare.
L’autopsia effettuata sulla salma del giovane di Paternò determinò che il decesso fu determinato “dall’arresto irreversibile delle funzioni vitali, consecutivo a sindrome da distress respiratorio acuto dopo circa 12 ore dalla somministrazione della prima dose del vaccino Astrazeneca, in virtù delle concomitanza con la pregressa infezione da Sars-Cov2, decorsa del tutto asintomatica”.
In altre parole,secondo quanto stabilito, sarebbe stata l’attivazione immunitaria eccessiva a far scattare il meccanismo che ha infine determinato la morte del militare.