Missione di Vittorio Sgarbi a Siracusa per il Caravaggio: mercoledì svelato il piano Mart
Come anticipato nei giorni scorsi da SiracusaOggi.it, Vittorio Sgarbi torna in Sicilia dopo le polemiche a distanza sul prestito del Seppellimento di Santa Lucia. E mercoledì pomeriggio, alle 15, spiegherà le intenzioni del Mart di Rovereto – di cui è presidente – e della Provincia di Trento. Appuntamento lanciato con un video pubblicato sui canali social del popolare critico dell’arte che, da Volterra, ufficializza la conferenza stampa al Maniace di Siracusa.
Nota la proposta: prestito del Caravaggio per una prestigiosa mostra a Rovereto, quindi restauro e teca protettiva donati con una spesa di 350mila euro a carico della Provincia di Trento. Le resistenze a livello locale non sono mancate ed a guidare la battaglia è lo storico dell’arte siracusano Paolo Giansiracusa. A livello politico, il deputato regionale Giovanni Cafeo (Italia Viva) ha portato il caso in Ars, concentrandosi sulla necessità del restauro dando però per scontato che il Mart avesse davvero rinunciato al suo piano.
E invece, a quanto pare, si va avanti con quella idea. Opinione pubblica siracusana spaccata a metà, tra favorevoli e contrari. Ad infastidire i più non è il prestito in sè ma quell’arretratezza di intervento che ha fatto si che sia ancora una volta il ricco e più attento Nord a fare la parte del salvatore della Patria a dispetto di un Sud pigro ed indolente, specie verso l’arte.
Intanto, a Siracusa sono arrivati i tecnici dell’Istituto Centrale del Restauro. Un sopralluogo per visionare l’opera ed iniziare ad analizzare dati come ad esempio quelli relativi all’umidità degli ambienti che lo ospitano alla Badia. L’ipotesi del ritorno alla chiesa della Borgata per la quale il Merisi lo dipinse, inizia ad affascinare molti. Ma prima di ogni cosa bisognerà capire se il dipinto può viaggiare nelle condizioni in cui si trova, o meno. Attesa per il responso.
Secondo alcune indicazioni risalenti al 2005, il dipinto sarebbe “inamovibile” a causa proprio del suo stato “naturale”. Nel senso che il Merisi fece tutto di fretta a Siracusa e quindi la pellicola pittorica sarebbe molto fragile.