Mutuo da 6,2mln: il Consiglio comunale chiude il contenzioso Sogeas, contrario il Pd

Passa a maggioranza l’emendamento per chiudere il contenzioso con il fallimento Sogeas. Il “si” del Consiglio comunale di Siracusa non arriva però all’unanimità: sono tre i voti contrari, espressi con motivazione dal gruppo consiliare del Pd.
Poche settimane dopo aver messo una pezza sul contenzioso milionario con Igm, Palazzo Vermexio si mette alle spalle anche quello l’ex società che gestiva il servizio idrico. Il Comune di Siracusa era stato condannato in primo grado al pagamento di circa 7 milioni di euro, per una vicenda di investimenti non ammortizzati. Una vicenda che nasce negli scorsi, approda in Tribunale nel 2021 e nei mesi scorsi conosce la prima sentenza notificata agli uffici di piazza Duomo.
Per non esporsi al rischio di una nuova condanna in appello, con i relativi interessi a maturare sulla somma e nuove spese legali, è stato proposto e votato a maggioranza un accordo transattivo che chiude la controversia. Il Comune di Siracusa accenderà un mutuo per versare 6,2 milioni alla società in liquidazione da fallimento Sogeas. Da parte sua, con la transazione il fallimento Sogeas accetta una riduzione della parte della quota capitale e rinuncia agli interessi maturati.
Per l’esecutività dell’accordo serviva il pronunciamento del Consiglio comunale, arrivato nell’attesa serata di ieri, dedicata alle variazioni di bilancio.
Tutti favorevoli tranne i tre consiglieri del Pd (Angelo Greco, Massimo Milazzo e Sara Zappulla). Un no che viene motivato dal consigliere Angelo Greco: “Parliamo di 6 milioni di euro sottratti così agli investimenti. Un nuovo mutuo per vicende di anni passati di cui siamo chiamati a rispondere adesso e senza avere agli atti la sentenza di condanna del Comune di Siracusa. Così non ci sono le condizioni per una valutazione completa della vicenda. Inoltre, per sostenere il mutuo si applicano tagli alle voci di bilancio sulle retribuzioni del personale, della Municipale ed alla solidarietà sociale. Non lo riteniamo corretto – spiega ancora Greco – come se dovessero loro pagare per errori di altri e commessi negli anni passati”.