Niente perizia psichiatrica per Massimo Cannone, rinvio a giudizio per l'omicidio della moglie

Rinvio a giudizio per Massimo Cannone, il 45enne lentinese accusato di aver ucciso la moglie. Il femminicidio si è consumato nella casa di Lentini dove i due vivevano, a marzo dello scorso anno. La donna, Naima Zahir, venne raggiunta da una coltellata risultata fatale.
La difesa del tappezziere aveva richiesta una perizia psichiatrica sull’imputato. Ma il gup del Tribunale di Siracusa ha respinto quella istanza, decidendo invece per il rinvio a giudizio.
Fermato poco tempo dopo il delitto, il 45enne avrebbe confessato le sue responsabilità nel corso dell’udienza di convalida. “Mi sentivo oppresso”, avrebbe detto al magistrato prima di fornire la sua versione di quanto accaduto. Secondo l’accusa, Cannone non avrebbe subito chiamato i soccorsi ma sarebbe prima “andato a bere una birra”, per presentarsi a casa solo dopo.
Intervistato prima del fermo dalla trasmissione di Rai 2 “Ore 14”, l’uomo aveva parlato di un suicidio e del suo tentativo di salvarla.