“No a nuovi campi pozzi per Siracusa, ci sono soluzioni migliori”: appello di L&C e M5s
“Riteniamo che scavare nuovi pozzi da cui estrarre acqua sia contrario ai criteri di efficacia, efficienza ed economicità, equità sociale e solidarietà, dettati dalla Legge Regionale del 2015, in materia di disciplina delle risorse idriche. Soprattutto quando sarebbe molto meno costoso e più rispettoso del patrimonio ambientale, utilizzare tutta l’acqua superficiale disponibile dai bacini imbriferi montani”. Diverse forze politiche del campo progressista – da Lealtà&Condivisione al M5s, passando per Sinistra Italiana, Centopassi per la Sicilia, Pci e Rifondazione Comunista – tornano a manifestare la loro contrarietà al progetto di un nuovo campo pozzi per Siracusa, recentemente presentato dall’amministrazione comunale.
“Ci appelliamo alla sensibilità del sindaco di Siracusa, che è presidente ATI, al Consorzio di Bonifica 10 di Siracusa, al Genio Civile, all’Autorità di Bacino, all’Enel, all’Irsap (ex consorzio ASI), affinché, in ragione della rilevanza dell’argomento, la tematica sia affrontata con un incontro comune da fissare con urgenza prioritaria”. Urgenza motivata dall’esistenza di una soluzione più economica, ugualmente funzionale, di più semplice gestione e rispettosa delle risorse idriche: “l’utilizzo delle acque superficiali provenienti per caduta dall’alta valle dell’Anapo che discenderebbero tramite la rete di distribuzione già realizzata circa 40 anni orsono, su finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno, e sino a oggi mai entrata in funzione”, spiegano le forze politiche che si sono recentemente confrontate in assemblea pubblica.
Per rendere funzionale questa alternativa, servirebbe il recupero e l’aggiornamento dell’infrastruttura esistente con “l’aggiunta di un impianto di potabilizzazione in sito intermedio”. E il vantaggio – secondo partiti e associazioni – sarebbe duplice: “un netto abbattimento dei costi di realizzazione e gestione” e un alleggerimento “della pressione sulla falda, già compromessa per effetto dell’avanzamento del cuneo salino dal mare”.
Nei giorni scorsi, l’ex assessore Carlo Gradenigo – oggi presidente di Lealtà&Condivisione – ricordava che questa soluzione era “già programmata e prevista come progettazione nell’attuale Contratto del Servizio Idrico della città di Siracusa, nonché tra gli investimenti del Piano d’Ambito territoriale per i Comuni della Provincia di Siracusa approvato nel 2021”.
Ed a proposito della società d’ambito territoriale (Ati), arriva anche un appello a “tutti i 21 Sindaci della provincia affinché, visti i ritardi nella formale operatività dell’Ati Siracusa che hanno escluso la nostra provincia dalla possibilità di partecipare ai tre bandi ministeriali da oltre 60 milioni di euro per l’ammodernamento delle reti idriche, si possa dare la massima priorità all’approvazione dello statuto dell’Azienda Speciale Consortile ed alla composizione degli organismi del gestore unico pubblico”. Soluzione che a breve permetterebbe di attirare nuove linee di finanziamento, da cui oggi si è esclusi, per la realizzazione delle opere di adduzione ritenute necessarie “e l’eliminazione delle perdite superiori al 60% che ancora affliggono la rete idrica provinciale”. In realtà, la lista di obiettivi da raggiungere presentata da Lealtà&Condivisione e M5s è più lunga e c’è anche “la bonifica ambientale del Porto Grande di Siracusa, eliminando definitivamente l’immissione di acque reflue depurate al suo interno grazie ai progetti di ammodernamento impianto affinamento e riuso dei reflui per fini agricoli e al rilancio delle eccedenze depurate attraverso il recupero/implementazione della Condotta Ciane per il riutilizzo delle stesse da parte delle industrie, come previsto dal Piano di Risanamento Ambientale del 1990”.
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