Occupazione nella zona industriale, allarme rosso. La Uiltec: "prospettive preoccupanti"
Come le premesse avevano lasciano intendere, è un anno complesso per la zona industriale di Siracusa. Un nuovo allarme sul fronte occupazionale viene lanciato dalla Uiltec. Per il sindaco sono “preoccupanti” le notizie che arrivano dai tavoli di confronto degli scorsi giorni. “Ci attendevamo impegni rassicuranti da parte di tutte le parti sociali per la ripresa e la ripartenza degli asset più strategici per Isab Lukoil e per le altre aziende sinergicamente collegate, sono arrivate purtroppo indicazioni allarmanti per il futuro dell’area industriale del nostro territorio. La bocciatura del progetto dell’impianto di metanolo e della cattura dell’anidride carbonica, rigettato di fatto dall’Innovation Fund. Esistono evidenti difficoltà a poter dare progettualità futura anche agli altri investimenti, che potrebbero essere cantierabili per preparare una transizione energetica che dia prospettive a medio e lungo termine”, spiega Seby Accolla, segretario generale della Uiltec di Siracusa
“Le dichiarazioni di Lukoil, che minaccia per questo di essere pronta a far le valigie e ad andare via da Priolo se non arrivano fondi pubblici a sostegno degli investimenti, rendono di fatto incerto e preoccupante il futuro di molti lavoratori della nostra area industriale”, aggiunge. Le soluzioni? “Non l’apertura della cassa integrazione e il conseguente ribilanciamento del personale sulle attività lavorative. Così si mette una pezza e si mettono a dura prova le condizioni di stress alle quali i lavoratori sono soggetti”. Il riferimento è ad alcune notizie riportate sulla stampa regionale che però non vengono confermate dai vertici di Isab-Lukoil, sorpresi a loro volta. “Mai minacciato alcunchè. Non fa parte, come metodo, della nostra cultura”, dice al riguardo Claudio Geraci (Isab-Lukoil).
Per il sindacato, rendono ancora più fosco il quadro le notizie circa i mancati investimenti di Eni Versalis (“con conseguenze che impattano inevitabilmente sulle piccole e medie imprese dell’indotto”) e gli incerti programmi di ipotetiche joint venture tra Sonatrach e Sasol “che andrebbero incoraggiate invece di essere ostacolate”, dice sempre Accolla.
“Noi non condividiamo questo modo di fare delle aziende, soprattutto in un momento di grande difficoltà come quello che si sta vivendo e pensiamo che l’area industriale Siracusana abbia ancora molto da dare alle risorse energetiche interne del nostro Paese”. Per questo motivo la Uiltec chiede tavoli di confronto serrati con tutte le parti sociali e impegni concreti, perché qualora ci fosse bisogno di ribadirlo a rischio non sono soltanto i 1.100 lavoratori di Isab, ma l’economia circolare dell’intera provincia di Siracusa.