Omicidio a Pachino, c'è un fermo: sospetti su un 19enne tunisino bloccato ad Ispica

 Omicidio a Pachino, c'è un fermo: sospetti su un 19enne tunisino bloccato ad Ispica

C’è un fermo per l’omicidio del 30enne Mansour Aithem, avvenuto a Pachino nella notte tra il 6 ed il 7 giugno. I Carabinieri di Siracusa e della Compagnia di Noto hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 19enne, anche lui di nazionalità tunisina. Il delitto è stato commesso al termine di una violenta rissa, presumibilmente iniziata in piazza Colonna e tragicamente conclusa in via Garibaldi.
Le indagini, sotto la costante direzione della Procura, hanno permesso di ricostruire la scena del crimine grazie all’impegno del Nucleo Investigativo specializzato nelle indagini scientifiche. Per quasi 24 ore hanno ispezionato l’intera area tra via Trieste e via Palestro alla ricerca di telecamere, tracce di sangue, armi e ogni altro elemento utile a far luce su quanto accaduto.
Grazie ai filmati dei sistemi di videosorveglianza installati lungo tutto il percorso ove sono avvenuti
i fatti, i militari hanno identificato alcuni uomini, tutti di nazionalità tunisina, sospettati di aver preso
parte al violento scontro con uso di bottiglie di vetro, bastoni, sedie e finanche secchi per la raccolta
differenziata.
Nonostante il muro di omertà, in poche ore i Carabinieri hanno stretto il cerchio sul presunto autore
dell’omicidio che si era allontanato subito dopo i fatti per far perdere le proprie tracce. Grazie anche
al patrimonio informativo della Stazione Carabinieri di Pachino, le ricerche si sono concentrate
tra Pachino ed Ispica. E nella mattinata di ieri i militari hanno individuato l’uomo passeggiare per le vie del comune ragusano, con gli stessi indumenti che indossava la notte dell’omicidio.
Ha tentato invano di fuggire, ma è stato fermato poco dopo e trovato in possesso di 8 grammi di hashish. Accusato di di omicidio aggravato, il giovane è stato condotto presso la Casa Circondariale di Siracusa a diposizione dell’autorità giudiziaria.
Le indagini proseguono, al fine di identificare tutti coloro che hanno preso parte alla rissa o hanno
assistito all’omicidio.

 

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