Omicidio Scieri, altri sei mesi per scoprire la verità: indagini prorogate a Pisa

 Omicidio Scieri, altri sei mesi per scoprire la verità: indagini prorogate a Pisa

Altri sei mesi per indagare sulla morte del parà siracusano Emanuele Scieri. Li ha chiesti – ed ottenuti – la Procura di Pisa dopo la riapertura delle indagini a 19 anni dalla morte del 26enne che stava svolgendo servizio di leva alla caserma Gamerra della città toscana.
Il procuratore capo Alessandro Crini e il sostituto Sisto Restuccia stanno cercando di fare luce sulle ore drammatiche che segnarono fatalmente il destino di Scieri. Ascoltati nei mesi scorsi ex militari e altri testi ancora in divisa. L’emersione di nuovi elementi avrebbe richiesto allora un supplemento di indagini preliminari. Scongiurata comunque la richiesta di archiviazione. Per questo determinante è stato il lavoro dalla commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta dall’onorevole Sofia Amoddio (Pd) con testimonianze secretate nella relazione finale a cui la Procura ha comunque avuto accesso.
La speranza di tutti è che si possa finalmente rompere quel muro di omertà che all’epoca vanificò ogni indagine ed inchiesta, con un ragazzo siracusano trovato cadavere all’interno di una caserma dello Stato Italiano in circostanze quanto meno “bizzarre”, ma senza alcun colpevole. Le lacune investigative iniziali e la presenza di “nonnismo” tollerato da parte dei vertici dell’epoca della Folgore sono state messe a nudo dalla commissione parlamentare d’indagine.
La notte del 13 agosto 1999 Lele Scieri non rispose alle 23.45 al contrappello. Era già in agonia, dopo il volo giù dalla torre. Lo ritrovarono alle 14.08 di lunedì 16 agosto. Tre giorni dopo. “Suicidio”, si disse con una certa sfrontatezza all’epoca. Per la commissione parlamentare, invece, lo scenario più accreditato è che Scieri sia stato condotto nell’area del casermaggio, nei pressi della torretta per asciugare i paracadute, e qui prima picchiato dai nonni e poi obbligato a salire sulla scala. Pestandogli le mani lo avrebbero fatto cadere e abbandonato. E lasciato morire dopo ore di agonia.

 

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